Potrebbero essere lì dal 7 novembre. Da quando, cioè, le buste sono state riempite dai partecipanti a Meglio parco che sporco, iniziativa dell'ente gestore dell'area protetta. «Io non ero stato avvisato», dice il sindaco di Belpasso Carlo Caputo. «Si gioca a scaricabarile», sostiene l'esperto Carmelo Nicoloso
Etna: volontari ripuliscono, sacchi restano in strada «Operazioni di facciata, utili solo per foto sui giornali»
Cumuli di rifiuti raccolti e in parte differenziati. E lasciati per la strada, in contrada Segreta, a Belpasso, da mesi. È l’immagine immortalata all’interno del parco dell’Etna da Carmelo Nicoloso, vicepresidente di Federescursionismo Sicilia e referente per il Sud del Comitato parchi italiano. «Mi hanno segnalato che sono gli strascichi dell’iniziativa Meglio parco che sporco, promossa dall’ente che gestisce l’area protetta e fatta lo scorso 7 novembre – spiega l’esperto – La gente raccoglie la spazzatura, ma poi i Comuni non mandano il personale a portare via i sacchi. E quelli restano lì». «In realtà, manca totalmente la comunicazione con il parco dell’Etna – risponde il sindaco belpassese Carlo Caputo – È una grande amarezza».
La fotografia che ritrae le bustone nere dell’immondizia abbandonate in mezzo a una strada di montagna è di ieri. «È una strada interna che collega contrada Delizia a un’altra strada che va da Nicolosi verso Ragalna», racconta Nicoloso. «Quei rifiuti abbandonati sono la dimostrazione che questa iniziativa del parco è una operazione di facciata più che l’espressione di una vera intenzione di bonifica del territorio. Finché ci sono riflettori e giornali va tutto bene, ma dopo che i giornalisti vanno via non interessa più niente a nessuno». Motivo per il quale lui e altri attivisti – anche di associazioni diverse – hanno deciso di non partecipare più alla raccolta dei volontari. «Quando è stata proposta dal parco noi l’abbiamo sposata e condivisa, poi ci siamo accorti che di concreto e corretto c’era poco».
La «correttezza» alla quale Carmelo Nicoloso fa riferimento è il coordinamento tra l’ente parco, le amministrazioni locali e altre organizzazioni. «Parco dell’Etna e Comuni non cooperano – dice Nicoloso – E sappiamo che anche il corpo forestale non viene interpellato». Il risultato della mancanza di dialogo sarebbero le microdiscariche che si costituiscono a partire dalle operazioni di pulizia: «La foto che ho scattato è una bandiera di questo genere di risultati». «Mi piange il cuore – sostiene il primo cittadino – Io sono il sindaco che mette le telecamere nascoste per prendere gli zozzoni. Nel 2015 abbiamo fatto 122 multe a quelli che buttavano la spazzatura in luoghi dove non dovevano. Ma se non mi viene detto nemmeno dove operano i volontari io come faccio?». «Non è la prima volta che capita – interviene il vicepresidente di Federescursionismo – Ho visto con i miei occhi che la spazzatura raccolta dai cittadini veniva lasciata in abbandono. Quella là dentro è pure parzialmente differenziata».
Nello specifico, dell’accumulo di sacchi in contrada Segreta Caputo risponde di essere stato avvisato proprio da Carmelo Nicoloso: «Era il 23 o il 24 dicembre. Non sono riuscito a organizzare il conferimento in discarica in mezzo alle feste. Garantisco che la strada sarà ripulita subito dopo l’epifania. Ma sto provando a far sì che venga tolto tutto anche prima. Non è facile», replica. «Il fatto è che il territorio va controllato e vigilato. Non si può andare avanti con uno scaricabarile continuo – conclude Nicoloso – Gli operatori che lavorano sul vulcano sanno perfettamente quanti investimenti ci vogliano per fare questo mestiere. E vedono tutti i giorni vanificati i loro sforzi a causa dell’incuria. Di chi sono le responsabilità? Se le prendano».