È morto nella notte anche il cane salvato ieri in zona Galvarina. Il decesso segue quello di un altro cane e di una volpe. La proprietaria, veterinaria catanese, racconta: «Ha leccato un masso, poteva toccarlo un bambino. Bisogna intervenire»
Etna, tre animali avvelenati in due settimane La proposta: «Bonificare subito con l’aiuto dei cani»
Purtroppo il cane salvato ieri sull’Etna stanotte non ce l’ha fatta. «Nonostante tutte le cure possibili, le sue condizioni sono peggiorate e stanotte è morto sotto i miei occhi – racconta commossa la proprietaria, la veterinaria catanese Cristina Musumeci, appassionata di montagna – Il mio cane stava bene in salute e pesava 40 chili: per abbattere un meticcio di quel peso penso che siano stati usati diversi tipi di sostanze tossiche. Domani, comunque, lo consegnerò ai colleghi dell’istituto zooprofilattico sperimentale di Catania, per gli esami autoptici e la procedura completa del caso». Analisi sempre più necessarie, considerato che la morte dell’animale durante una gita sull’Etna è il terzo caso in due settimane lungo la pista Altomontana, tra i Rifugi Galvarina e Monte Scavo: dopo il decesso di un altro cane delle forze armate e quello di una volpe. Ieri, dopo l’ennesimo allarme e complice il lungo ponte festivo che porta numerosi visitatori sul vulcano, il comandante Luca Ferlito del nucleo operativo Forestale ha vietato l’accesso a cani e bambini. Una precauzione in attesa di una risposta istituzionale, a cui adesso si aggiunge la proposta della veterinaria Musumeci.
La proprietaria del cane racconta di essere stata avvisata del pericolo. «Al cancello del demanio Filiciusa-Milìa l’operaio forestale ci aveva avvertito che in zona Galvarina ci sono dei bocconi avvelenati. È successo in un attimo e la responsabilità è mia, sono stata superficiale: mentre parlavo con gli agenti della Forestale, il cane si è allontanato e ha leccato un masso proprio davanti al Rifugio – racconta – Davanti a tutti, non ci posso ancora credere, avrebbe potuto toccare quel masso un bambino. È terribile! Bisogna subito intervenire e bonificare». Un’operazione urgente per la quale la dottoressa ha una proposta «pratica e immediata, soprattutto alla Forestale che è stata veramente di grande aiuto per prontezza d’intervento»: «Una bonifica a squadre con gli stessi cani tenuti al guinzaglio e museruola. I cani sono attratti dalle esche, ma così sarebbero protetti e si interverrebbe subito a costi ridotti», spiega.
Intanto il luogo è presidiato da pattuglie della Forestale di diversi distaccamenti etnei, che si alternano giorno e notte. Oggi, festa dell’Immacolata, sul posto c’è anche una squadra del Corpo nazionale Soccorso alpino e speleologico. E il blocco degli escursionisti con bambini e cani al seguito permane in misura precauzionale a opera del Corpo forestale, in attesa dei risultati definitivi che saranno resi nei prossimi giorni dall’Istituto zooprofilattico di Catania sui reperti di un cane e di una volpe. Si spera nel frattempo che le indagini portino quanto prima all’individuazione dei responsabili di questi gesti assassini in una parte dell’Etna che si trova in zona A, sito patrimonio dell’umanità Unesco, da riconsegnare alla fruizione sicura per tutti.