Derapate e accelerazioni, nonostante il nulla osta del Parco dell'Etna prevedesse «velocità molto moderata». A 2800 metri di altezza, in zona di riserva integrale. «Quei documenti sono comunque nulli, perché lì è vietata ogni attività», dice Aurelio Angelini, docente di Sociologia dell'ambiente e direttore Unesco Sicilia
Etna, nuovo spot Audi violerebbe le autorizzazioni Angelini: «In zona A non si passa neanche a piedi»
Etna e motori. Un coppia vincente a livello di marketing, ma che crea qualche dubbio sul rispetto dell’ambiente e della normativa. Perché la montagna etnea, specie nelle sue quote sommitali, viene scelta spesso dalle case di auto e moto per i propri spot promozionali. Ma non sempre le immagini mostrano quello che i nulla osta ottenuti dalle autorità prescrivono. Autorizzazioni che, tra l’altro, secondo Aurelio Angelini, docente di Sociologia dell’ambiente e direttore Unesco Sicilia, sarebbero in ogni caso nulle. La questione torna di attualità dopo che l’Audi ha presentato la sua nuova auto A4 allroad con il trailer, pubblicato online, del video girato proprio sul vulcano a fine giugno. Tra derapate e accelerazioni – pare anche fuori dal percorso prestabilito – nonostante fosse prevista una «velocità molto moderata».
Video e foto sono state pubblicate sulla pagina Facebook ufficiale di Audi Italia tra il 29 e il 30 giugno e hanno subito attirato l’attenzione degli amanti della montagna etnea. In un post è la stessa casa automobilistica a rendere noto di avere provato l’auto – lunga quasi cinque metri, con un peso di 1600 chili e 272 cavalli di potenza – in un «percorso offroad (fuoristrada, ndr) per raggiungere l’osservatorio vulcanologico Etna Nord a 2850 metri di altitudine». In zona A del parco dell’Etna, cioè riserva integrale, patrimonio Unesco e Sic (sito di interesse comunitario). La richiesta di Audi viene avanzata a fine maggio 2016 e due settimane dopo, il 6 giugno, arriva il provvedimento dell’ente parco che autorizza sei mezzi, più due di supporto, ad accedere alla strada che da Piano Provenzana porta a Piano delle Concazze. «Nel pieno rispetto dell’habitat naturale, degli eventuali escursionisti presenti» e «con una velocità moderata e in assolute condizioni di sicurezza sia in salita che in discesa». Nulla osta rilasciato dopo le delibere dei Comuni in cui ricade la strada interessata: Castiglione di Sicilia e Linguaglossa.
Le riprese sono state autorizzate dal 28 al 30 giugno, dalle 9 alle 11. E a vigilare sono stati chiamati anche gli uomini della
Forestale che pare abbiano raccomandato alle auto una velocità intorno ai 20-30 chilometri orari. Prescrizioni che, dal video diffuso online, sembrano non essere state rispettate, così come il percorso stabilito. «Ho disposto che una pattuglia vigilasse sulle riprese e, mentre era lì, non è successo niente di anomalo – risponde Gianluca Ferlito, comandante del nucleo operativo provinciale del Corpo forestale – Ma ho già disposto accertamenti e se, come sembra dalle immagini, emergeranno degli illeciti, applicheremo delle sanzioni». Una vigilanza che non è casuale. «Dopo il caso Peugeot siamo molto attenti», ammette Ferlito. Il riferimento è a un altro spot automobilistico, datato marzo 2015, che ha fatto discutere per le evoluzioni verso il cratere compiute dal campione di rally Paolo Andreucci, con qualche fuoripista in più rispetto all’ultimo caso.
In quell’occasione – così come risulta per Audi – pare che a mancare fosse la
valutazione di incidenza ambientale, documento necessario per le attività da svolgere in un’area Sic. «Ma la zona A di un parco è una riserva integrale, non può passare nemmeno un umano», chiarisce Aurelio Angelini, docente di Sociologia dell’ambiente e direttore Unesco Sicilia. Un problema che si pone spesso anche per le escursioni. Secondo la legge regionale che istituisce parchi e riserve, in quell’area sono previste solo «attività scientifiche da parte di personale autorizzato – continua il professore – e, al massimo, attività sportive non invasive». Il tutto per tutelare «le specie che ci vivono e che non devono essere sottoposte ad alcun turbamento». «Noi abbiamo dato tutte le prescrizioni del caso, così come nelle altre occasioni – ribatte Tiziana Lucchesi, nuova direttrice dell’ente Parco dell’Etna – e se, come pare, non sono state rispettate, significa che in futuro dovremo essere più restrittivi e controllare di più». «Ma lì non può passare nessuno, a prescindere dalle autorizzazioni. Le leggi si applicano sempre – conclude Angelini -, Sicilia inclusa».