Martedì 11 settembre potrebbe arrivare la decisione sul futuro turistico di un versante del vulcano. Sul tavolo tre offerte, una delle quali sarebbe più corposa delle altre. Nell'attesa che venga aggiudicato il project financing, si rincorrono le voci
Etna nord, il business delle escursioni e le buste Il verdetto dei saggi e la suggestione cabinovia
Il nuovo giorno della verità è adesso martedì 11 settembre. A quattro blindatissime sedute della commissione di valutazione, ne seguirà un’altra in quella data, durante cui potrebbe arrivare l’attesa decisione sul futuro turistico del versante nord dell’Etna. I quattro saggi – l’ex procuratore Michelangelo Patanè e i docenti Giovanni Di Rosa, Matteo Ignaccolo e Marco Platania – erano stati scelti dai Comuni di Linguaglossa e Castiglione di Sicilia per pronunciarsi sulle tre proposte di project financing pervenute a giugno per creare il ribattezzato «Sistema Etna-Alcantara». Attraverso un avviso di ricerca di operatori economici, le due amministrazioni etnee sperano di risolvere l’impasse sulla gestione della strada per i crateri dell’Etna che da Piano Provenzana, territorio di Linguaglossa, giunge a quota 3000 passando per il territorio di Castiglione. Di potenziali progetti di finanza ne sono appunto arrivati tre. Si era parlato di «vetrina mondiale», ma alla fine le proposte sono arrivate tutte dal Catanese. In una delle buste – scegliere toccherà proprio alla commissione – i sindaci Salvo Puglisi e Antonio Camarda si augurano di trovare la soluzione per avere nuovi investimenti a Etna nord allontanando lo spettro delle distorsioni della concorrenza su cui si era pronunciata l’Autorità Antitrust.
I plichi la commissione li ha aperti e le carte, dal punto di vista formale, sarebbero in regola. L’esame tecnico delle proposte è iniziato – una di queste sarebbe ben più corposa rispetto alle altre – e dovrebbe concludersi l’11 settembre. Una delle associazioni di imprese, l’ati Etna travel service – Di Bella viaggi, era stata inizialmente esclusa per alcune carenze, ma due giorni fa è stata riammessa alla procedura dopo aver prodotto i documenti richiesti. Gli altri operatori in campo sono la ditta Isea viaggi di Misterbianco e l’ati Etna Alcantara Mobility. La posta in palio è appunto la strada per i crateri: i vincitori dell’appalto si aggiudicheranno la gestione pluriennale e il relativo business dei trasporti turistici per cui è da sempre stata utilizzata. In cambio l’operatore dovrebbe impegnarsi in un piano di mobilità e infrastrutture per mettere in connessione l’Etna e l’Alcantara. Sul progetto scelto dalla commissione, dovranno poi esprimersi una conferenza dei servizi e, entro il 30 settembre, i consigli comunali di Linguaglossa e Castiglione. L’Antitrust, comunque, alle amministrazioni aveva chiesto altro: il regime autorizzatorio e appalti a più vettori di turisti in concorrenza fra loro, così da aprire al libero mercato almeno una delle due sole vie d’accesso ai crateri. Un tentativo tardivo, nel 2017, era stato fatto: la gara fu revocata dai due sindaci e ciò portò anche a un esposto in procura.
Delle voci sui possibili progetti circolano da mesi: una cabinovia con partenza da Piano Provenzana e arrivo non troppo distante dall’Osservatorio di quota 2800, ma anche un ponte nell’area delle Gole dell’Alcantara, tra la sponda catanese e quella messinese del fiume. Qualcuno evoca anche l’ipotesi di un’altra cabinovia fra la rocca di Castiglione e l’Alcantara, meta di centinaia di migliaia di visitatori l’anno. Eventuali conferme potrebbero arrivare martedì. Proprio fra i componenti dell’ati Etna Alcantara Mobility c’è il gruppo imprenditoriale che gestisce il Parco botanico delle Gole e l’ascensore per il greto del fiume, quello cioè della famiglia Vaccaro. Già vincitori, con un ati di differente composizione, Etna Mobility, dell’appalto provvisorio che ha scongiurato il blocco delle escursioni in jeep per quest’estate.