Etna, gite e raccolta di funghi e castagne Regole e consigli per il rispetto della natura

Una gita in montagna, una scampagnata in mezzo alla natura. Ottobre per i catanesi è sinonimo di raccolta di castagne e funghi sull’Etna. Tanti sono gli spazi adatti nel parco, soprattutto sul versante sud come nella zona di Salto del cane a Tarderia, anche se non mancano anche nel versante nord, come a Pietracannone di Fornazzo. Spesso però i luoghi visitati dai catanesi acquisiscono nuovi volti dopo il loro passaggio e di solito si tratta di un aspetto peggiore. Non bastano infatti le iniziative volontarie per andare a pulire dove gli altri hanno sporcato in un’area molto vasta e perennemente invasa da nuove e vecchie micro discariche con ogni tipo di rifiuto. Anche per chi è dotato di buona volontà, la possibilità di errore è sempre dietro l’angolo, perché pochi sanno davvero come comportarsi in mezzo alla natura. Così, con il supporto di Giuseppe Distefano, presidente dell’associazione Etnawalk, ecco qualche suggerimento per trascorrere una giornata sul vulcano attivo più alto d’Europa senza danneggiarne flora e fauna. «Sono tante le cose che ognuno di noi potrebbe fare – commenta Distefano – Ma basterebbe applicare un minimo di ragionevolezza perché le cose possano migliorare». In questo breve video di Marco Restivo di Etnawalk, girato domenica 13 ottobre, si capisce immediatamente la situazione: persone armate di lunghe aste e tantissima spazzatura.

La prima regola dovrebbe essere applicata ancora prima di iniziare la scampagnata in montagna e riguarda l’auto: mai parcheggiarla sul ciglio della strada, soprattutto se questa è stretta o, peggio, in piena curva. Un pericolo per se stessi e per gli altri e l’occasione per fare qualche passo in più che, con l’aria fresca della montagna, aiuta ad ossigenare meglio il corpo.

La regola numero due riguarda la sistemazione della famiglia negli spazi adeguati: ovvero le zone attrezzate. Nel caso in cui queste fossero tutte occupate, bisognerà almeno evitare di piazzare tavoli e tavolini lungo il ciglio della strada, proprio accanto alle auto. «Addentratevi di almeno dieci metri, perché altrimenti potrebbe essere molto pericoloso», spiega Giuseppe Distefano.

La terza regola riguarda le modalità di comportamento: evitare gli eccessi. Pensare di fare valere la regola del silenzio, in un clima di festa e allegria è quasi impossibile, ma di certo si può evitare di mettere la musica a tutto volume, ad esempio, o di urlare a squarciagola disturbando i propri vicini di scampagnata.

La quarta regola vale sempre e su qualsiasi versante: non accendere fuochi. Non si può in alcun caso dare alle fiamme sterpaglia o legna. Per organizzare un barbecue, sarà necessario utilizzare le aree attrezzate.

Dopo essere arrivati, essersi ben posizionati e avere mangiato, potrebbe essere arrivato il momento giusto per una passeggiata tra i boschi. Ed è qui che scatta la quinta regola. Lungo la strada è possibile raccogliere un po’ di tutto, ma attenzione a differenziare i terreni privati da quelli pubblici. Non tutto il parco è infatti di proprietà del demanio. Sono in molti a valicare staccionate o ringhiere per qualche chilo di pere o mele, mature proprio in questo periodo. Le regole in merito alla proprietà, però, sono uguali in montagna come in città: se il terreno è privato, l’accesso è negato.

Non solo. Raccogliere i frutti della terra non è un’operazione semplice per tutti. Oltre alla regola del buon senso, ecco qualche altro utile accorgimento.

Castagne. Non vanno raccolte colpendo l’albero con bastoni, non importa quale che sia il materiale. Anche arrampicarsi non è consentito, figuriamoci arrampicarsi con un bastone per colpire i ricci più alti, «come qualcuno ha già fatto la scorsa domenica», racconta Giuseppe Distefano. Bisogna quindi limitarsi a cogliere le castagne già cadute dagli alberi, anche perché «quelle ancora attaccate ai rami sono verdi, che senso ha?», continua Giuseppe.

Noci. Gli alberi di solito subiscono lo stesso trattamento dei castagni. Valgono le stesse indicazioni.

Funghi. Non tutti dovrebbero poterli raccogliere. «Secondo legge, infatti, si dovrebbe essere muniti di un tesserino di riconoscimento rilasciato a seguito di un corso specifico e seguire sempre il regolameto per la raccolta dei funghi, ma quasi nessuno di quelli che vengono ne è provvisto» raccontano da Etna walk. Al di là del fatto di ritrovarsi con sgradite – e pericolose -sorprese perché non tutti i funghi sono commestibili, è bene ricordarsi di non usare mai contenitori di plastica. La regola in questo caso è: munirsi di un cestino di vimini da ricoprire con delle foglie di felci e fare attenzione a non distruggere l’ecosistema in cui si trovano i funghi. Niente ricerche con bastoni o strumenti simili per rimuovere le foglie bruscamente, dunque, e attenzione anche alle spore. Dovono poter cadere di nuovo nel terreno perché possano crescere degli altri funghi, ecco perché non dovono mai essere usati sacchi di plastica per contenerli, ma piuttosto i cestini che permettono la loro ricaduta sul terreno.

Legna. Non sarebbe vietato raccoglierla, se ci si limitasse a cogliere i ciocchi già a terra o piccoli legnetti per accendere il barbecue. Cosa diversa è invece segare appositamente degli alberi.

L’ultima regola da applicare prima di lasciare l’Etna e tornare a casa, riguarda infine la pulizia: raccogliere tutta la spazzatura. «Spesso si vedono sacchetti attaccati agli alberi o sui muretti, ma non passa nessuno a ritirarli. La raccolta dei rifiuti nel parco dell’Etna non viene eseguita», spiega ancora Giuseppe Distefano. Qualche Comune ha distribuito dei cassonetti, ma sono pochi e non coprono l’intero parco. La scelta migliore è quindi quindi quella di portare e gettare a casa i resti della propria scampagnata.

[Foto e video di Etnawalk]

desireemiranda

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