Il tecnico, e il suo secondo Leo Criaco, hanno perso la panchina del Fc Messina il 17 febbraio dopo la sconfitta ad Acireale. Il mister lottava contro una polmonite. La replica del presidente Rocco Arena: «Sempre vicini a lui, continueremo a pagarlo»
Esonerato l’allenatore mentre è ricoverato con il Covid-19 Rigoli: «Virus nello spogliatoio, mi confronterò con i legali»
L’epilogo più doloroso e una partita che forse si giocherà più avanti, sicuramente lontano dai rettangoli di gioco del calcio dilettantistico. La fine del matrimonio tra l’allenatore Pino Rigoli e la squadra Fc Messina ha un sapore decisamente amaro. L’esonero per il tecnico di Raccuja, 57 anni, è stato reso pubblico con un comunicato, pubblicato sul sito ufficiale della formazione giallorossa il 17 febbraio scorso. Sei righe di circostanza per ringraziare Rigoli e il suo secondo, Leo Criaco, e gli auguri «per i migliori successi professionali». Letto così sembrerebbe la fine di una rapporto lavorativo come tanti nel mondo del calcio. In realtà quando viene data la notizia Rigoli si trovava al policlinico di Messina costretto a lottare contro il Covid-19. Una situazione non semplice con una polmonite bilaterale che ha costretto i medici al ricovero in terapia sub-intensiva con l’utilizzo del casco Cpap per la ventilazione non invasiva.
Decisiva per l’esonero congiunto è stata la sconfitta rimediata con l’Acireale proprio mercoledì scorso. Ma a spiazzare un po’ tutti è stato il modo con cui la panchina è saltata, ossia senza un faccia a faccia di presenza. «La società è stata vicina a Rigoli tutti i giorni con messaggi di conforto. Lui per due giorni non ci ha risposto ma il nostro medico era in contatto costante con l’ospedale», spiega a MeridioNews Rocco Arena, presidente del Fc Messina. Il patron assicura anche che il divorzio sia stato preceduto da diversi colloqui telefonici. «Non bisogna fare drammi quando non ci sono – aggiunge – il mister era già totalmente fuori pericolo, tant’è che mi disse che voleva recarsi ad Acireale per salutare la squadra. Io gli spiegai che non era il caso di rischiare. Lui è stato esonerato al telefono ma dopo una riunione in cui ha spiegato la sua posizione anche con toni decisi. La nostra è stata una scelta tecnica. Prima dell’esonero c’erano stati pure altri due confronti, anche con il direttore sportivo».
Con Rigoli assente per diverse settimane a non convincere sarebbe stata la gestione del suo secondo, Criaco. «La squadra, creata per un progetto, non poteva continuare in questo modo», aggiunge il presidente. Interpellato sulla vicenda da MeridioNews, Criaco ha preferito non intervenire, rimandando a uno sfogo pubblicato su Facebook in cui fa riferimento all’ex storico presidente Emanuele Aliotta: «Quando sono arrivato in questa città c’era una persona, che adesso non c’è più, che non ci ha mai lasciato al freddo, che pensava a noi e alle nostre famiglie».
Riferimenti a fatti extracalcistici che riaffiorano anche nelle parole di Rigoli. Oggi il tecnico è stato dimesso dall’ospedale con il tampone che ha dato esito negativo. La voglia di parlare è poca ma qualcosa traspare quando lo raggiungiamo al telefono: «L’esonero è arrivato quando ero ancora ricoverato e positivo al Covid-19 – spiega l’allenatore a MeridioNews – Non voglio fare polemiche sulla vicenda, se dovrò dire qualcosa lo farò nelle sedi opportune e dopo essermi confrontato con i miei avvocati. Per il momento penso solo alla mia salute. Ho avuto una polmonite presa nello spogliatoio del Messina perché a casa mia nessuno era positivo mentre nella squadra ci sono stati cinque casi». «Rigoli verrà pagato fino a giugno perché si tratta di un esonero e non si è dimesso – conclude il presidente Arena – così potrà curarsi senza problemi. Di certo c’è che non è stato mai lasciato da solo». La partita, forse, non finisce qui.