La Regione ha impegnato le somme che dovrebbero servire per l'affidamento ai privati dell'impianto da poco realizzato nell'isola dei fanghi. Anche se ancora si attende il collaudo. Il sindaco Marco Giorgianni: «Avremmo preferito poterlo gestire direttamente»
Eolie, verso l’inverno con il pensiero ai dissalatori A Lipari produce poco, gara in vista per Vulcano
Uno ne produce poco, l’altro deve essere ancora inaugurato ma pare ne produca più del necessario. Chiusa la stagione turistica nelle Eolie, ci si prepara alle stagioni più fredde. A farlo sono gli abitanti storici delle sette isole, sei delle quali – Lipari, Alicudi, Filicudi, Panarea, Vulcano e Stromboli – sono amministrate dal Comune di Lipari mentre la settima, Salina, è divisa in tre enti locali: Santa Marina, Malfa e Leni. A tenere banco in questi mesi c’è una questione fondamentale per la qualità della vita: la fornitura idrica. Il tema, che diventa centrale in estate quando la popolazione dell’arcipelago cresce in maniera importante, rappresenta uno dei punti deboli durante tutto l’anno delle isole.
Mentre a Salina nei mesi scorsi è sorta una disputa sulla localizzazione dei tre impianti di dissalazione che dovrebbero essere realizzati, il Comune di Lipari in questi giorni ha ricevuto la notizia dell’impegno di spesa da parte del dipartimento regionale alle Acque di oltre 12 milioni di euro per lo svolgimento della gara per l’affidamento del dissalatore da poco realizzato sull’isola di Vulcano. Un appalto da dieci anni che dovrebbe servire a venire incontro alle esigenze dell’isola famosa per i bagni di fango, riducendo di fatto per il Comune di Lipari il ricorso alle navi cisterna che forniscono di acqua potabile quelle isole che non hanno risorse idriche proprie, dissalatori compresi. Nelle Eolie l’unica ad averne uno al momento è proprio Lipari. «Ce l’abbiamo da qualche anno e contribuisce alla produzione di acqua necessaria agli usi quotidiani, ma ancora oggi non soddisfa completamente il fabbisogno durante l’intero anno; e così anche per Lipari abbiamo dovuto fare ricorso alle navi cisterna. Si tratta di un servizio gratuito, fornito dal governo centrale, ma che di fatto non ci rende indipendenti», commenta a MeridioNews il sindaco Marco Giorgianni. Stando al progetto, il dissalatore di Lipari avrebbe dovuto produrre oltre due milioni di metri cubi d’acqua all’anno, in realtà il quantitativo si ferma al milione e mezzo. Ciò ha fatto sì che quest’anno la Regione abbia decurtato il proprio impegno economico nei confronti dei gestori privati di 300mila euro. Dopo che nel 2016 e nel 2017 la somma trasferita era stata quella fissata dal contratto.
Un contributo nel prossimo futuro potrebbe arrivare dall’entrata in funzione del dissalatore costruito a Vulcano dall’associazione temporanea d’imprese formata da Veolia Water Technologies Italia, ImpreCoGe e Fago. L’impianto, al momento, è ancora in attesa di collaudo, ma presto dovrebbe finire oggetto di una nuova gara d’appalto per la gestione. Fissate già le tariffe: 69 centesimi a metro cubo per il Comune, due euro e 39 centesimi per la Regione. Anche in questo caso si tratterà di un affidamento decennale. «Dai primi test sembra che il dissalatore produrrà acqua in più rispetto al fabbisogno dell’isola di Vulcano. L’obiettivo e la speranza è che l’eccedenza possa essere gestita dirottandola sulle altre al momento sprovviste o per soddisfare Lipari stessa», continua Giorgianni.
L’idea che l’impianto sia dato ai privati non va particolarmente a genio al primo cittadino. O meglio, l’amministrazione liparota avrebbe voluto gestirlo direttamente. Una proposta che peraltro era stata fatta arrivare anche al dipartimento regionale Acque, già all’indomani del decreto con cui il 5 luglio dello scorso anno la Regione annunciava la volontà di procedere con una gara aperta per la selezione del gestore. Nei mesi successivi tra Comune e gli uffici palermitani di viale Campania va avanti una corrispondenza che, a metà dicembre, sembra portare a un punto d’incontro: la Regione, infatti, comunica di avere revocato il decreto di indizione della gara, impegnando la somma in favore del Comune. Una decina di giorni dopo, però, cambia tutto: a stoppare l’iter è la Ragioneria centrale dell’assessorato Acque e rifiuti, che sottolinea come l’accordo con il Comune non possa essere chiuso in quanto, tra l’altro, non esiste alcuna convenzione specifica tra i due enti. «Potere controllare direttamente l’intero ciclo dell’acqua, quindi oltre i depuratori anche i dissalatori, sarebbe stato non solo motivo di orgoglio ma anche una garanzia in più – commenta Giorgianni -. Così non è stato, anche se da parte mia confido nel fatto che la legge sulle isole minori attualmente in discussione in parlamento possa contemplare la gestione diretta delle fonti idriche per le amminsitrazioni».
Il sindaco, infine, nega le voci circa presunte inadempienze nel pagamento del corrispettivo che il Comune deve all’impresa che gestisce l’impianto di Lipari. «Si tratta di una ricostruzione errata, anche perché peraltro per un periodo siamo stati noi più puntuali rispetto alla Regione. La questione attacca Giorgianni – semmai è diversa: il nostro Comune, più di molti altri siciliani, si trova nella condizione di non potere chiudere il bilancio preventivo per tempo. E questo non solo a causa dei ritardi nei trasferimenti agli enti locali da parte della Regione, ma anche per i tempi con cui è firmato il decreto che finanzia il trasferimento via nave dei rifiuti dalle sei isole che amministriamo. Fino a due settimane fa – conclude – non lo avevamo ricevuto e quella è una posta fondamentale per il nostro bilancio».