Il gigante del mare, lungo una decina di metri, si è impigliato in una rete da pesca illegale e si agita molto, rendendo così difficile il lavoro dei sub impegnati nel salvataggio. «Aspettiamo che si stanchi per potere intervenire»
Eolie, capodoglio finisce intrappolato in una spadara I soccorritori: «Ha ferite profonde e si agita molto»
Un capodoglio della lunghezza di una decina di metri è finito impigliato in una spadara alle Elolie, al largo dell’isola di Salina. Il gigante del mare nulla ha potuto contro la rete illegale utilizzata generalmente per la pesca dei pesci spada, ma che in realtà cattura tutto ciò che le finisce contro. «Il capodoglio è lungo una decina di metri. Purtroppo si trova aggrovigliato nella rete, che gli ha inferto delle ferite profonde e si agita molto – spiega il biologo marino Carmelo Isgrò, presente sul posto – In questo modo è difficile da avvicinare e per questo, stiamo aspettando che si stanchi per poterlo liberare».
«Non è una cosa insolita la presenza di cetacei al largo delle Eolie – continua Isgrò – ci sono sempre stati», tuttavia non è neanche infrequente che gli animali abbiano bisogno di soccorso per via delle reti. «Questo capodoglio ha veramente tantissime ferite legate alla rete, non si fa neanche toccare». Le operazioni vanno ormai avanti da quasi 24 ore e sono continuate senza sosta anche nella notte, quando è stato necessario un pallone luminoso per potere seguire gli spostamenti dell’animale al buio.
Incidenti come questo avvengono a causa del cosiddetto effetto muro che provocano le spadare, reti non ancorate che si estendono a volte anche per chilometri, catturando non solo cetacei, ma anche targarughe, delfini, squali e ogni tipo di essere marino finisca tra le loro maglie. Per questo sono state messe al bando da una risoluzione delle Nazioni Unite addirittura nel 1989, dall’Europa definitivamente nel 2002 e in tutto il Mediterraneo dal 2005, anche se purtroppo l’utilizzo di questa tecnica di pesca tutt’altro che selettiva è ancora piuttosto fiorente.