La polizia ha trovato i pezzi a casa di un 46enne. Secondo le indagini, sarebbero stati trafugati da necropoli di epoca ellenica. Ma non si escludono razzie di relitti nei fondali siciliani. È soltanto l'ultimo caso di tombaroli che saccheggiano i siti dell'entroterra
Enna, sequestrati 250 reperti archeologici Pronti per essere spediti fuori dalla Sicilia
La polizia di Enna ha sequestrato oltre 250 reperti archeologici, che erano stati trafugati da diversi siti dell’entroterra siciliano. I pezzi erano pronti per essere spediti fuori dalla Sicilia, sistemati in scatole e casse all’interno di un’abitazione di un 46enne. Stando alle prime ricostruzioni, fatte con la collaborazione della soprintendenza ai Beni culturali, i reperti risalgono a un periodo compreso tra il V e il II secolo a.C. I tombaroli sarebbero entrati in azione in insediamenti abitativi e necropoli di epoca ellenica.
All’interno dei contenitori sono stati ritrovati anfore, unguentari, lucerne, monete, terracotte figurate e votive e pesi per telai. Tra i siti depredati ci sarebbero anche quelli di Morgantina, Centuripe e Aidone anche se la presenza di tracce di salsedine ha indotto gli inquirenti a non escludere che alcuni furti siano avvenuti a bordo di relitti presenti nei fondali siciliani. Il 46enne, al quale sono state sequestrate anche alcune mute subacquee, è stato denunciato per ricettazione e detenzione di beni archeologici, mentre il materiale sequestrato è stato affidato alla soprintendenza.
Quello di oggi è soltanto l’ultimo caso di tombaroli che saccheggiano i siti dell’entroterra, come raccontato a MeridioNews dal dirigente del Nucleo tutela del patrimonio culturale Luigi Mancuso.