In 15 sono stati denunciati per truffa, in modo da ricevere in maniera illecita il sussidio. Si tratta di dieci extracomunitarie che vivono in un centro d'accoglienza e di altre cinque persone facenti parte di un un nucleo familiare
Enna, percepivano indebitamente il reddito di cittadinanza Tra questi anche un condannato per associazione mafiosa
I carabinieri del comando provinciale di Enna hanno denunciato quindici persone per truffa e indebita percezione del reddito di cittadinanza. Le attività di controllo dei militari portate avanti sin dal mese di dicembre del 2020 hanno consentito di denunciare dieci cittadine extracomunitarie, che erano ospiti di un centro di accoglienza di Enna. Queste ultime hanno falsamente dichiarato all’Inps di risiedere in Italia da almeno dieci anni – requisito primario per uno straniero per poter richiedere e ottenere il sussidio – mentre altre cinque persone, di cui quattro donne e un uomo, sono state denunciate per aver ottenuto il beneficio omettendo di comunicare che nel proprio nucleo familiare c’era anche un congiunto condannato definitivamente per associazione mafiosa.
Le indagini dei carabinieri hanno permesso di accertare che in un caso un condannato ha richiesto per se stesso il sussidio economico e, negli altri casi, sono stati i familiari a richiederlo, senza però menzionare le condanne per il reato di associazione mafiosa nelle varie domande presentate all’Inps anche per più periodi. Dalle verifiche svolte da parte delle autorità è emerso che l’importo complessivo finora riscosso indebitamente è di oltre 26mila euro. Così e si è proceduto, su disposizione della procura, al sequestro delle carte di reddito di cittadinanza in possesso delle dieci cittadine straniere e, per tutti i denunciati, si è provveduto per la revoca retroattiva del beneficio e il recupero delle somme indebitamente erogate tramite l’Inps.