Ieri sera un 24enne si è presentato in stato confusionale agli agenti, convinto di aver ucciso la sua ex compagna. Fortunatamente la giovane è stata ferita a un braccio. Per lei una clavicola fratturata e 30 giorni di prognosi. L'aggressione sarebbe avvenuta al culmine di una lite. Da chiarire il ruolo di un'altra donna
Enna, aggredisce l’ex fidanzata con un coltello Alla polizia: «Ho fatto una fesseria, l’ho ammazzata»
«Venga, venga con me che ho fatto una fesseria, l’ho ammazzata». Sono le parole che ieri sera un agente di polizia si è visto rivolgere da un 24enne che pensava di aver ucciso l’ex fidanzata. Trovata poi fortunatamente solo ferita a un braccio. Per lei 30 giorni di prognosi.
Nei pressi della caserma Boris Giuliano ad Enna bassa, un giovane C. G., ha avvicinato un agente invitandolo a seguirlo. Il ragazzo era in stato confusionale. Nonostante il disorientamento, ha accompagnato i poliziotti nella sua abitazione, dove una donna di 26 anni era sdraiata sul letto di una camera, in stato di semi incoscienza, retta da un’altra donna che, sulla base delle dichiarazioni discordanti, non è chiaro se fosse già presente durante il fatto o se sia accorsa subito dopo per prestare aiuto.
E’ stato subito chiamato il 118 e la ragazza, con un’evidente ferita ad un braccio, è stata trasportata all’ospedale Umberto I di Enna dove ha ricevuto tutte le cure necessarie. Gli operatori sanitari che le hanno prestato soccorso hanno accertato una prognosi di 30 giorni per la ferita al braccio ed individuato anche una frattura alla clavicola.
La vittima è già stata dimessa, mentre l’ex fidanzato si trova agli arresti domiciliari presso la sua abitazione, sotto disposizione del pubblico ministero Augusto Rio, con l’accusa di lesioni personali aggravate. Il motivo dell’aggressione sembrerebbe un’animata discussione tra i due, rapidamente degenerata. Dalla perquisizione eseguita nella casa dove si è consumata la violenza dalla squadra mobile e dell’Upgsp – diretti da Alessandro Scardina – è stato rinvenuto nel soggiorno un coltello da cucina con una lama seghettata di 21.5 centimetri che, anche in virtù della presenza di tracce ematiche, è stato individuato come arma dell’aggressione e quindi sequestrato e repertato da personale del locale gabinetto di polizia scientifica.