Il primo cittadino di San Cipirello si fa promotore di un incontro con tutti i colleghi dei comuni esclusi dal conferimento a Bellolampo: «Molti - tra questi Camporeale, Piana degli Albanesi, Trappeto e Balestrate - hanno già dato la propria disponibilità. L’obiettivo è inviare un documento al governatore che spieghi la nostra posizione»
Emergenza rifiuti, 51 sindaci sul piede di guerra «È colpa della Regione, Musumeci ci incontri»
Sono ben 51 i sindaci pronti a dissotterrare l’ascia di guerra nei confronti della Regione siciliana sul tema dell’emergenza rifiuti. Per i primi cittadini dei comuni di parte della provincia di Palermo e Trapani, il 2018 si è aperto con la consapevolezza che sarà un anno rovente. Gli autocompattatori, che fino a pochi giorni fa potevano conferire a Bellolampo, da pochi giorni sono stati dirottati a Misterbianco. Il risultato? L’inevitabile aumento di circa il 10 per cento sui costi di conferimento nella discarica della Oikos srl e di circa 52 euro a tonnellata per il trasporto. Il 20 dicembre scorso gli stessi sindaci avevano chiesto un incontro, mai avvenuto, con il Presidente Musumeci. «Siamo in emergenza da anni per colpa della Regione – affermavano in una nota congiunta -, non permetteremo di far pagare il conto ai nostri cittadini».
Nel frattempo, il governatore della Sicilia Nello Musumeci, nel corso di una conferenza stampa avvenuta ieri mattina a Palazzo d’Orleans, ha però prospettato scenari drammatici sul tema dell’emergenza rifiuti, scatenando l’ira dei sindaci. «Non capiscono ancora come affrontare l’emergenza – afferma a MeridioNews Vincenzo Geluso, primo cittadino di San Cipirello – Sto pianificando un incontro con tutti i sindaci. Molti, tra cui quelli di Camporeale, Piana degli Albanesi, Trappeto e Balestrate hanno già dato la propria disponibilità a partecipare. L’obiettivo è inviare un documento ufficiale al governatore che spieghi la nostra posizione».
Discariche al collasso, l’ampliamento della sesta vasca di Bellolampo e la creazione di un nuovo bacino richiedono lunghe tempistiche, la raccolta differenziata che in Sicilia stenta a decollare, ATO insolventi e molti falliti: queste e molte altre sono le gatte da pelare di Musumeci, che è anche assessore pro-tempore all’Energia. Problematiche che ormai hanno prodotto «un’emergenza rifiuti strutturata», come lo stesso ha dichiarato. Nei prossimi giorni, intanto, il governatore si presenterà a Roma davanti al Consiglio dei ministri per chiedere la dichiarazione dello stato di emergenza ambientale per la discarica palermitana e chiederà a Palazzo Chigi poteri speciali al fine di punire i comuni che non attuano nel modo giusto la raccolta differenziata, sciogliendo i consigli comunali.
Una decisione ingiusta secondo Giuseppe Lupo, presidente del gruppo PD all’Ars. «Trovo ingiusto – afferma – che in questa fase si addossino responsabilità ai comuni, invece di sostenerli». Ma Musumeci, secondo il primo cittadino del comune della Valle dello Jato che ha fatto segnare il record di 70 per cento di raccolta differenziata, dovrebbe tirare le orecchie al comune di Palermo il quale «non avendo una percentuale significativa di raccolta differenziata – sottolinea Geluso -, è il principale responsabile della saturazione di Bellolampo che adesso non può più ospitare i rifiuti dei comuni della Sicilia occidentale». A risentirne, di questo provvedimento, sarebbero i piccoli comuni anche quelli più virtuosi. «Bisogna salvaguardarli i comuni virtuosi – conclude il sindaco di San Cipirello – e colpire chi non fa la differenziata, soprattutto Palermo».