Un appartamento invaso dall'acqua durante gli allagamenti dell'autunno 2015, poi lo sfratto per inagibilità e le sistemazioni precarie, una dopo l'altra. Sebastiano Pernice, aiutato dalla Fondazione Èbbene e dal Comune di Catania, racconta la sua esperienza
Emergenza casa, storia a lieto fine di una famiglia «Avevamo perso tutto, adesso pensiamo al futuro»
«Quattro anni fa a causa di un’alluvione abbiamo perso tutto e siamo finiti in mezzo alla strada». Le parole di Sebastiano Pernice descrivono l’inizio della storia che ha visto la sua famiglia protagonista di uno sfratto per inagibilità. Percettore di reddito di cittadinanza con tre figli di 14, 13 e dieci anni, Pernice lavora saltuariamente e, insieme alla moglie, in quattro anni, sono finiti in quella che definiscono una «condizione di disagio abitativo». Ma oggi, dopo quattro anni trascorsi in sistemazioni precarie, la casa c’è. «Ci siamo stabiliti i primi di maggio e ora stiamo facendo di tutto per ridare un futuro ai nostri figli».
È il marzo 2019 quando la Fondazione Èbbene, tramite il centro di prossimità Mosaico, viene a conoscenza della situazione della famiglia Pernice. In quegli stessi giorni il Comune di Catania pubblica un «Avviso pubblico esplorativo rivolto al Terzo settore, con l’obiettivo di reperire alloggi da concedere in locazione temporanea ai cittadini in emergenza abitativa». Vale a dire «una indagine finalizzata al reperimento di alloggi liberi e idonei, da inserire all’interno di un elenco, con la finalità di destinarli, temporaneamente, ai soggetti/nuclei familiari in condizioni di disagio». Con il contributo del Comune, che per il canone di affitto verserà 250 euro al mese, cioè fino a tremila euro l’anno. È da quell’avviso pubblico che viene fuori l’appartamento ora andato ai Pernice e arredato con l’aiuto della fondazione.
«È stato un esempio virtuoso – spiega l’assessore ai Servizi sociali Giuseppe Lombardo – della collaborazione tra pubblico e privato». Tutto merito dell’ufficio Inclusione sociale «che ha avuto la bella intuizione di rivolgersi agli enti del terzo settore per la ricerca di alloggi a canone agevolato per famiglie indigenti». «Sappiamo benissimo – continua il componente della giunta Pogliese – che i dati sono preoccupanti: si parla di oltre il 30 per cento di cittadini che vivono situazioni simili a quella della famiglia Pernice». Per questo, prosegue l’assessore, «abbiamo deciso di raddoppiare la dotazione finanziaria attualmente prevista per il Buono casa e di rimodulare molte risorse stanziate attraverso il Patto per Catania in favore dell’emergenza casa».
«Naturalmente dobbiamo accompagnare questa, così come tante altre famiglie indigenti, in un percorso di inclusione e di autonomia», conclude l’assessore. Nel frattempo, la parte del canone di locazione della casa che non è coperta dal Comune, viene versata dalla Fondazione Èbbene. Ma il nucleo familiare si è impegnato a versare il possibile. «Farò di tutto per dare un futuro ai miei figli – afferma l’uomo – sto cercando di reintegrarmi nella società».