Girano tante voci in queste ore sulla politica siciliana. Voci che corrono e si rincorrono. C’è chi dà ‘chiuso’ l’accordo nel centrodestra, con Roberto Lagalla candidato alla presidenza della Regione siciliana in tandem con Nello Musumeci. E’ evidente che chi sostiene questa tesi non considera Gianfranco Miccichè un esponente di centrodestra. La nostra non è una considerazione campata in aria. Perché a noi risulta non solo che Miccichè resta candidato alla guida della Sicilia, ma che non ha alcuna voglia di ritirarsi. (sotto, a sinistra, foto tratta da belicenews.it)
Insomma, chi – almeno in questo momento – dà per ‘chiuso’ l’accordo sul tandem Lagalla-Musumeci deve avere messo nel conto che il centrodestra siciliano si presenterà con due candidati: l’accoppiata Lagalla-Musumeci e Gianfranco Miccichè. Un modo tutto sommato semplice per andare incontro a una sconfitta sicura. Possibile che, dalle parti del centrodestra siciliano ci sia tutta questa voglia di suicidio politico ed elettorale?
Forse la verità potrebbe essere un’altra. Lasciando trapelare l’accordo già fatto tra Lagalla (nella foto sotto a destra) e Miccichè, i settori del Pdl e del Pid che sponsorizzano la candidatura del Rettore dell’Università di Palermo puntano a scoraggiare i candidati di Grande Sud all’Ars. In queste ore, infatti, la carta che soprattutto alcuni esponenti del Pdl stanno provando a giocare è quella di incutere timore tra i possibili candidati di Grande Sud a Sala d’Ercole: la paura – così provano a fare credere – che il partito di Miccichè non raggiunga il 5 per cento e resti fuori dalla prossima Assemblea regionale siciliana. Da qui gli inviti, nemmeno troppo celati: lasciate perdere Gianfranco e venite con noi…
Bisognerà capire come risponderà Miccichè alla ‘strategia della paura’ adottata da alcuni settori del Pdl nei confronti del suo partito e, soprattutto, tra i parlamentari uscenti di Grande Sud e tra i possibili candidati all’Ars di questo schieramento. La sensazione è che, se Miccichè riuscirà a tranquillizzare i suoi, motivandoli ancora di più, i problemi potrebbe averli il Pdl, un Partito che non è più quello di qualche anno fa.
Insomma: nel centrodestra la partita è ancora tutta da giocare.
Nel centrosinistra la paura – quella vera – si registra nelle file Pd siciliano. Il discorso non riguarda la candidatura alla presidenza della Regione, ma le liste di questo Partito per il rinnovo dell’Ars. Nel 2008 il Pd, con appena il 18 per cento dei voti incamerò oltre 36 deputati. Grazie a tre liste che sfiorarono ma non raggiunsero la soglia di sbarramento del 5 per cento.
Lo scenario che si prospetta al Pd per le prossime regionali è a dir poco ‘ferale’. Fa paura, a questo Partito, la presenza, in tutt’e nove i collegi, della lista che vede assieme Sel, la Federazione della Sinistra e i Verdi. I quattro anni di Governo Lombardo che il Pd ha portato avanti contro la base dello stesso Partito verranno finalmente ‘conteggiati’ in termini politici ed elettorali.
L’arroganza dei vari Antonello Cracolici, Giuseppe Lumia e compagnia bella – insieme con il ‘gesuitismo’ di chi, all’interno del Pd, fingeva di opporsi all’alleanza con Lombardo – sta per arrivare all vaglio degli unici, veri ‘giudici’ della democrazia: gli elettori.
Avendo a disposizione una seria alternativa al trasformismo e all’affarismo sfrenato di quasi tutti i dirigenti del Pd siciliano (si pensi alle spericolate operazioni che alcuni dirigenti del Pd stanno mettendo in atto in questi giorni con la formazione professionale, operazioni’ che finiranno di certo al vaglio della magistratura: è solo questione di tempo) -alternativa rappresentata, per l’appunto, dalla lista composta da Sel, Federazione della Sinistra e Verdi – gli elettori del Pd, stanchi del trasformismo del Partito che, alla fine, li ha traditi, potranno finalmente scegliere per la prossima Assemblea regionale siciliana uomini veramente di Sinistra, che non venderanno di certo l’anima al primo Lombardo di turno.
Si racconta che alcuni esponenti del Pd siciliano sperano ancora di convincere Vendola a rimangiarsi l’accordo con la Federazione della sinistra e con i Verdi. La rottura garantirebbe al Pd siciliano da sette a dieci seggi all’Ars. Ma comporterebbe il definitivo suicidio di Sel in Sicilia.
Insomma: se alle ultime elezioni comunali di Palermo il Pd è riuscito a convincere Vendola a rompere l’accordo a Sinistra, questa volta l’operazione non riuscirà. A quanto risulta a LinkSicilia, questa volta Cracolici, Lumia e tutto il Pd siciliano si attaccheranno al tram…
Non solo. Se poi – ipotesi che non può essere esclusa – tutta la sinistra siciliana dovesse chiudere l’accordo per sostenere
Claudio Fava (leader di Sel) nella corsa alla presidenza della Regione, con il ‘trascinamento’ del candidato Fava le liste di Sel, Federazione della Sinistra e Verdi supererebbero senza problemi quelle del Pd: e sarebbe la giusta ‘punizione’ per un partito protagonista, negli ultimi quattro anni, del peggiore ‘consocitivismo’ della storia dell’Autonomia siciliana.
Ultima notizia che ‘corre’: l’accordo che sarebbe stato ‘chiuso’ tra Rosario Crocetta e il movimento ‘Sicilia e territorio’ di Nello Dipasquale.
A noi di LinkSicilia questo accordo non risulta. Risulta, invece, che a Palermo, martedì prossimo, i protagonisti di questo movimento terranno una riunione per decidere cosa fare: se andare con un proprio candidato o se appoggiare qualcuno.
Dipasquale e i suoi, che lavorano da oltre tre mesi al progetto, sarebbero più interessati a una presenza all’Ars. Da qui il possibile appoggio a un candidato. Crocetta, però, non sembra la soluzione migliore, trattandosi del candidato ufficiale di Cracolici e Lumia e, forse, anche del presidente della Regione uscente, Raffaele Lombardo (Lino Leanza, già esponente dell’Mpa di Lombardo, è già ‘passato avanti’ trovando posto nell’Udc, altro partito che avrebbe già deciso di appoggiare il candidato di Cracolici, Lumia e Lombardo).
A conti fatti, se ‘Sicilia e Territorio’ dovesse decidere di appoggiare Crocetta farebbe, di fatto, la fine che sta facendo l’Udc siciliana di Giampiero D’Alia, che dopo aver attaccato per oltre un anno il Governo Lombardo-Pd, si ritrova – appoggiando la candidatura di Crocetta – alleato del Pd che sosteneva Lombardo e dello stesso Lombardo.
Insomma, scene da I vicerè di Federico De Roberto…
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