Elezioni Ramacca, nuova moneta accanto all’euro Paolo D’Amato: «Ripartire grazie alla spazzatura»

Vuole mettere da parte quelli che definisce «i parassiti della politica»Paolo D’Amato, candidato a sindaco di Ramacca con il movimento Progetto Sicilia, per convincere gli elettori ha stilato un programma basato su tre punti fondamentali: piena occupazione, reddito sociale e l’introduzione della moneta Grano da affiancare all’euro. Progetti ambiziosi come quello di accreditare dei soldi alle famiglie disagiate e creare centinaia di posti di lavoro per i giovani concittadini. D’Amato per 20 anni ha gestito un pub nel centro calatino, ma da sette ha «abbandonato la vita notturna» ed è stato tra gli irriducibili protagonisti di una lunga mobilitazione.

Durante la protesta davanti alla Serit di Catana, lei è stato uno degli irriducibili rimasti incatenati fino alla fine. Cosa avete ottenuto?
«Volevamo mettere in luce come un ente parastatale stesse sottoponendo a una vera e propria usura le nostre famiglie e quella manifestazione ha sensibilizzato tantissime persone».

Nel suo programma, tra i vari punti, ci sono quelli di accreditare diecimila euro (830 mensili) alle famiglie disagiate e creare 200 posti di lavoro per i giovani ramacchesi. Come pensa di riuscirci?
«Tutto parte dalla raccolta differenziata. Attraverso la separazione massiccia dei rifiuti potremo risparmiare 5,6 milioni di euro con cui coprire i costi del sussidio e impiegare più personale. Il piano di copertura è dettagliato: risparmieremo 2,5 milioni dal servizio discarica, rimborseremo la Tari che dal 2017 raddoppierà, godremo di un milione di bonus statale per la gestione dei rifiuti. Tutto, però, solo se diventerò sindaco e se si riuscirà a raggiungere il 65 per cento sul totale dei rifiuti prodotti dalla città».

C’è poi il sistema monetario Grano. In cosa consiste e come pensa di trovare la copertura economica?
«L’obiettivo è quello di creare un circuito chiuso che porti a investire sull’economia locale, ma sarà anche possibile cambiare in euro gli importi accreditati. Il programma persegue gli stessi obiettivi di quello del Movimento 5 stelle che parla di reddito di cittadinanza, ma non mi spiego come mai, anziché dialogare con noi sulle idee, ci facciano la lotta». 

La sua sembra una provocazione…
«Il nostro programma è stato anche verbalizzato all’Ars. Forse il loro è tutta propaganda?».

Lei viene visto come un outsider. Pensa che la vera partita si giochi a due tra Limoli e l’uscente Zappalà?
«La partita non è scritta. Il paese sta reagendo in modo forte alle nostre proposte». 

Lei però ha una sola lista, mentre candidati come Limoli ne hanno cinque con 80 candidati al Consiglio comunale. Non crede che sia uno svantaggio?
«Questo gioca piuttosto a loro sfavore. I cittadini si stanno rendendo conto che in quelle liste ci sono gli esponenti che da 40 anni portano avanti la solita politica. Stavolta a vincere non sarà il gigante Golia, ma il piccolo Davide».


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