È convocata per venerdì l'assemblea in cui verranno rinnovate le cariche nell'associazione di categoria. E se Orlando e i suoi spingono verso la riconferma delle cariche per un anno, i partiti puntano a rinviare l'appuntamento di un paio di settimane, per presentare una proposta alternativa al primo cittadino di Palermo
Elezioni Anci, i partiti vogliono superare Orlando Movimento dei sindaci spaventa i politici siciliani
La settimana calda dell’Anci è solo al suo inizio. È fissata per il prossimo venerdì 2 settembre, infatti, l’assemblea dell’associazione, nel corso della quale bisognerà rinnovare i vertici. E se fino alla scorsa settimana sembrava scontato che a sedere sulla poltrona in rappresentanza dei primi cittadini siciliani sarebbe stato ancora una volta Leoluca Orlando, oggi la leadership del sindaco di Palermo sembra essere messa in discussione dall’alto. Ai partiti tradizionali l’ascesa di Orlando, all’ombra di quello che sembra ormai il partito dei sindaci, non va affatto a genio.
Il primo a puntare il dito sull’accordo che sembrava blindato attorno al nome del sindaco di Palermo è stato il vicecapogruppo di Forza Italia all’Ars, Vincenzo Figuccia, che ha parlato di «silenzio assordante attorno alla vicenda». Ma con molta probabilità l’appuntamento del 2 settembre diventerà soltanto una resa dei conti per disarcionare Orlando. Le voci più insistenti danno come competitor diretti il numero due dell’Anci siciliana, Paolo Amenta, e il sindaco di Agrigento, Lillo Firetto.
Ma a frenare è proprio Amenta, che a Meridionews ammette: «Si dicono tante cose, ma la verità è che attorno al rinnovo dei vertici dell’associazione c’è una trasparenza totale: l’ufficio di presidenza fa una proposta, che viene valutata dal consiglio regionale e che venerdì prossimo passerà al vaglio dell’assemblea. Le convocazioni sono state inviate nel rispetto dei tempi: la nostra proposta è quella di confermare i vertici fino al 2017, quando al voto andranno 159 Comuni siciliani. Se ci saranno proposte alternative, verranno valutate. È chiaro che i partiti si stanno organizzando, stanno discutendo, stanno provando a capire strategicamente cosa fare dell’Anci». E se sul partito dei sindaci Amenta frena, riconosce però che «esistono i problemi dei sindaci, che sono comuni e sui quali bisogna riflettere nell’ottica di una maggiore condivisione a livello istituzionale. Tutte le esperienze che provano a trasformare la protesta in soluzione, trovano spazio in un panorama politico così indefinito. Noi abbiamo cercato l’interlocuzione col governo regionale, palazzo d’Orleans spesso non ha risposto. Non è da escludere che l’evoluzione di una mancata risposta potrebbe portare a una proposta politica».
La linea tracciata da Amenta sembra chiara, ma la risposta arriva invece da circa 150 sindaci che hanno sottoscritto una lettera inviata a Orlando, in cui chiedono il rinvio dell’assemblea al 16 settembre, ma soprattutto spingono per l’elezione dei nuovi organismi di rappresentanza nell’Anci, non condividendo la proposta della riconferma tout court degli attuali vertici. Per i primi cittadini firmatari della lettera, la proposta del «consiglio direttivo di sottoporre all’assemblea la riconferma dell’attuale consiglio di presidenza non è condivisibile, ritenendo necessario procedere all’elezione dei nuovi organismi di rappresentanza degli enti locali siciliani».
A spingere verso questa nuova direzione è il segretario del Pd siciliano, Fausto Raciti, secondo cui «si avverte una certa pressione legata a un passaggio politico importante e la spinta che si percepisce va verso la richiesta di rinvio di 15 giorni». Sul paventato rischio di un partito dei sindaci, Raciti sottolinea: «Non mi preoccupa il partito dei sindaci, preoccupa invece l’utilizzo di un’associazione di categoria come l’Anci in un modo che va ben al di fuori delle sue funzioni. È chiaro che se l’Anci diventa incentrata su una sola figura, i sindaci e i soggetti politici si pongono qualche interrogativo in più».
Ma la partita è tutt’altro che chiusa, come conferma il segretario generale dell’associazione, Mario Emanuele Alvano: «Quel che sta succedendo è soltanto lo stesso avvenimento che si ripete ogni cinque anni, cioè il rinnovo degli organismi dell’associazione. Mi piacerebbe invece comprendere quali siano le esigenze legate all’ipotesi di rinvio delle elezioni interne all’associazione. Preoccupa l’autorevolezza di Orlando? L’autorevolezza appartiene all’intero assetto organizzativo direttivo ed è legata alla capacità di affrontare i problemi comuni a tutti gli amministratori locali».
E se dai Cinque stelle è lo stesso leader Giancarlo Cancelleri a sottolineare di «non essere appassionato al tema», sul fronte Udc il neo segretario regionale Antonio Frinchi spezza una lancia a favore di Orlando: «Mi sembra surreale – dichiara – applicare categorie politiche o schemi che non sono più attuali ad associazioni come l’Anci. A tanti sfugge che le esperienze amministrative negli ultimi anni sono state caratterizzate in gran parte dalla presenza di liste civiche, che si sono basate moltissimo sull’esperienza e la competenza di singole figure, quindi di amministratori con più esperienza, mentre sempre minore è stata la presenza dei partiti e delle organizzazioni politiche a livello nazionale. Io al partito dei sindaci credo sempre poco, lo si evoca dal ’93 e non si è mai materializzato. È naturale invece che all’interno di associazioni come l’Anci, chi ha più esperienza come Leoluca Orlando, Enzo Bianco o anche altri sindaci, abbia la precedenza e si affermi naturalmente». Insomma, la partita è aperta: per la resa dei conti bisognerà soltanto attendere il prossimo venerdì.