Elezioni a Partinico, la lettera aperta dei sindacati «Tutti i candidati sono uguali: più sono meglio è»

Dal risanamento del bilancio comunale all’aumento dell’occupazione, fino a una delle questioni più stringenti del nostro tempo, nel mondo così come anche a Partinico, quello dell’accoglienza e dell’integrazione. Sono diverse le questioni messe nero su bianco da parte dei sindacati Cgil, Cisl e Uil e girate agli otto candidati per la poltrona di primo cittadino. Una lettera aperta nata dal confronto tra cittadini e sindacalisti, realizzata però «non per avere risposte dagli aspiranti sindaci – precisa subito Pino Gagliano della Cgil -, ma nella nostra autonomia per esporre le questioni che secondo noi sono importanti. Ci rendiamo conto degli impegni che ognuno di loro deve fronteggiare a campagna elettorale in corso».

Uno degli otto, però, si è fatto avanti: è il candidato del centrodestra Maurizio De Luca, l’architetto tra i fondatori del movimento cittadino Partinico Città d’Europa, un movimento trasversale col quale però all’ultimo minuto ha deciso di non partecipare a queste amministrative, stupendo tutti con una candidatura sostenuta da quattro liste appunto di centrodestra. «Ci ha chiesto lui un incontro, spontaneamente e giorni prima dell’invio della nostra lettera, e noi abbiamo accettato – racconta Gagliano -. Ma è chiaro che non pretendiamo che lo facciano tutti, designato il sindaco con le votazioni di giorno 10, riproporremo le nostre questioni al vincitore». Intanto, sottolinea il vantaggio di avere ben otto aspiranti in corsa per queste elezioni: «Più candidati ci sono, maggiore è la possibilità di scelta per noi cittadini, lo reputo un fatto molto positivo. Per noi loro sono tutti uguali, tutti sullo stesso piano e finora ci siamo rivolti a tutti allo stesso modo e con le stesse richieste».

C’è un punto, intanto, che accomuna i programmi di tutti i candidati, quello del risanamento del bilancio. Argomento caldo a Partinico e che secondo i sindacati non può non accompagnarsi a quello di equità sociale: «Negli ultimi anni la tassazione locale è molto aumentata – spiega ancora Gagliano -. Per fare un esempio, l’addizionale Irpef qui è stata portata al massimo, allo 0,90 per cento. Crediamo che debba esserci un minimo di progressività, non si può pagare tutti alla stessa maniera, una questione che noi abbiamo posto all’attenzione di tutti i candidati».

Un paese, quello di Partinico, che con i suoi quasi 32mila abitanti per il sindacalista assomiglia più a una città, dove circa ottomila di questi risultano senza occupazione, altro tema caldissimo di queste amministrative. «Il tasso di occupazione qui è bassissimo. Speriamo che ci sia un minimo di confronto, a elezioni concluse, con le organizzazioni sindacali rispetto a questo argomento». Ma non solo. Nella lista firmata da Gagliano e dai colleghi Pietro Galati e Pietro Caleca si parla anche di molto altro. Di un impegno concreto per una definitiva valorizzazione del centro storico e del recupero delle case abbandonate, per esempio. Ma anche interventi a sostegno dell’agricoltura e del settore agroalimentare, e di interventi mirati sulle politiche sociali, con un’attenzione particolare su asili nido, residenze assistite, minori, disabili e anziani.

Al futuro sindaco si chiede anche di rilanciare le politiche di accoglienza e integrazione favorendo la nascita di percorsi che vedano protagoniste le istituzioni scolastiche e l’associazionismo locale. «A Partinico ci sono diversi centri di accoglienza, alcune dedicate ai minorenni e al loro percorso nel mondo della scuola – spiega Gagliano -. Io sono convinto che il movimento di popolo nel mondo non l’ha mai fermato nessuno storicamente, si tratta di avere con queste persone un rapporto di integrazione, con iniziative di carattere culturale e promozionale, perché ci dobbiamo convivere con queste persone, anche perché se avranno dei figli un giorno, saranno italiani, al di là di quello che dice la legge, quindi a maggior ragione, saranno cittadini di Partinico. Quindi penso che sia importante porre la questione e farlo in questi termini, e poi ribadisco che abbiamo quasi 32mila abitanti e la questione di una convivenza si pone».


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