Poco più di 12mila residenti e un elettorato formato da 6500 persone. Tre gli aspiranti candidati a sindaco: Nino Gulisano, Antonio Bellia e Daniele Capuana. Sono soltanto alcuni dei numeri che caratterizzeranno le prossime elezioni amministrative a Motta Sant’Anastasia. Nella cittadina, che ha il suo simbolo nel castello Normanno e nella base militare Sigonella, si […]
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Elezioni a Motta S. Anastasia, sfida a tre per il dopo Carrà. Sullo sfondo l’ultima inchiesta sulla discarica
Poco più di 12mila residenti e un elettorato formato da 6500 persone. Tre gli aspiranti candidati a sindaco: Nino Gulisano, Antonio Bellia e Daniele Capuana. Sono soltanto alcuni dei numeri che caratterizzeranno le prossime elezioni amministrative a Motta Sant’Anastasia. Nella cittadina, che ha il suo simbolo nel castello Normanno e nella base militare Sigonella, si decide la partita più importante tra i Comuni della provincia di Catania che saranno chiamati alle urne. Chi verrà eletto sindaco prenderà il posto di Anastasio Carrà, ex luogotenente dei carabinieri, primo sindaco leghista della Sicilia, due mandati portati a termine e l’elezione a parlamentare alle ultime Politiche. Carrà tuttavia non vorrebbe uscire di scena avendo scelto di correre per un posto in Consiglio comunale con la lista Bellia sindaco e l’inconfondibile simbolo del quadrifoglio verde, a indicare le compagini che a livello locale rappresentano il deputato regionale Luca Sammartino.
Al posto di Carrà – che è stato designato assessore – è sceso in campo il suo vicesindaco Antonio Bellia. Laureato in Scienze dell’amministrazione e libero professionista. «Una candidatura che nasce dal gruppo – sostiene Bellia durante uno dei suoi spot – Un gruppo diverso da tutti gli altri perché al suo interno c’è confronto. Proponiamo la stabilità che si è già vista negli ultimi dieci anni». Con Bellia è sceso in campo una parte di Fratelli d’Italia con in testa il deputato regionale Giuseppe Zitelli e il presidente dell’Assemblea regionale siciliana Gaetano Galvagno. Dario Daidone, anche lui deputato regionale di Fratelli d’Italia, sostiene invece la candidatura a sindaco di Daniele Capuana. Quest’ultimo è l’altro volto noto della cittadina che è sceso in campo. Al suo fianco il sostegno di Forza Italia e dell’assessore regionale all’Economia Marco Falcone. Capuana è stato assessore allo Sport alla provincia di Catania – Bellia è stato suo consulente – e ha corso per la fascia tricolore nel 2014. Quella elezioni si concluse al foto finish con una differenza di appena 13 voti rispetto a quelli raccolti da Carrà. Nel recente passato di Capuana – che di professione svolge la mansione di responsabile aziendale d’ufficio della società che gestisce l’aeroporto Fontanarossa di Catania – i ruoli di consulente agli assessorati regionali alle Infrastrutture e trasporti e al Bilancio.
Completa il quadro dei candidati Nino Gulisano. Ex geometra al municipio che ha portato a casa l’accordo politico con Danilo Festa, consigliere comunale uscente e voce battagliera tra i banchi dell’opposizione. Accordo di matrice civica che abbraccia diversi schieramenti. Gulisano, che è stato consulente dell’attuale sindaco, veniva dato proprio come candidato dell’esponente del Carroccio. Le carte sul tavolo però sono cambiate ma Gulisano ha deciso di provarci comunque in una sfida dai contorni accessi e senza esclusione di colpi tra i vari schieramenti.
Il prossimo consiglio verrà scelto tra i 48 candidati che compongono le tre liste a supporto dei rispettivi aspiranti primi cittadini. E potrebbe essere proprio la forza delle lista il motore trainante per sancire la vittoria di uno dei tre aspiranti sindaci. A fare da sfondo sulle urne c’è anche l’ultima vicenda giudiziaria che riguarda la discarica dell’Oikos di Valanghe d’inverno e Tiritì. Nei giorni scorsi la procura di Catania ha emesso un avviso di conclusione indagine, e contemporaneo avviso di garanzia, nei confronti di 32 persone. Sotto la lente d’ingrandimento dei magistrati etnei sono finiti dieci anni di smaltimento rifiuti. Presunti illeciti nelle fasi di autorizzazione e gestione con un filone che arriva fino a Palermo. Tra le persone coinvolte il capo della Protezione civile regionale Salvo Cocina, l’ex sindaco di Palermo Leoluca Orlando, i vertici di Oikos e i tre commissari che si sono alternati nel tempo.