Serve una svolta radicale, anche nei rapporti con roma. Altrimenti e' meglio chiudere quest'esperienza di governo
Egregio presidente Crocetta: chiuda con il ‘crocettismo’ e rivendichi l’applicazione degli articoli 36,37 e 38 dello Statuto
SERVE UNA SVOLTA RADICALE, ANCHE NEI RAPPORTI CON ROMA. ALTRIMENTI E’ MEGLIO CHIUDERE QUEST’ESPERIENZA DI GOVERNO
di Carmelo Raffa
Ci meraviglia che il governatore della nostra Isola si sia risentito dalle parole espresse dal legittimo rappresentante del PD siciliano e cioè del giovane cuperliano Fausto Raciti.
Il segretario regionale, come abbiamo bene affermato in note precedenti, era stato sottovalutato da Crocetta, Lumia, Cardinale, etc. che lo avevano sostenuto nella gara per la conquista della prima posizione del Partito in Sicilia in contrapposizione all’uscente Peppino Lupo, che aveva gestito con saggezza nell’ultimo triennio il Partito.
Troppa saggezza attribuiamo a Lupo quando avallò la candidatura, fatta propria e lanciata dall’UDC di D’Alia e Casini, a presidente della Regione di Rosario Crocetta, poiché subito dopo la proclamazione nasceva il Crocetta pensiero che era finalizzato a non tenere nel debito conto le indicazioni dei Partiti in merito alla composizione della Giunta di Governo.
In questo modo vedeva la luce il “crocettismo” che nessuno di noi osa confondere con altre esperienze (berlusconismo, lombardismo, cuffarismo, etc.”
Da quello che abbiamo notato, il “crocettismo” ha fatto, fin’ora, poco di buono per il bene della nostra Isola. La parola “rivoluzione” usata ed abusata ad ogni piè su spinto non ha portato sviluppo, produttività ed occupazione in Sicilia, ma solo chiacchiere e disastri economici e sociali.
Ogni giorno notiamo che imprese ed attività commerciali chiudono i battenti e che lasciano disperati tanti lavoratori e le proprie famiglie.
Di ciò non sono esenti i dipendenti che lavorano nel pubblico, perché come più volte rilevato hanno avuto la triste esperienza ed in più periodi di non percepire la propria busta paga. E per questi ed altri lavoratori la situazione sembra aggravarsi ed andare oltre, perché già dal mese di giugno tanti Comuni siciliani non potranno pagare i propri dipendenti.
Lei signor Crocetta potrebbe benissimo fare una cosa più volte suggerita da noi, ma siamo convinti che non la farà mai, perché il suo DNA indica che privilegia le parole ai fatti reali.
Qual è stato e rimane il nostro pallino per salvare e rilanciare la Sicilia? L’applicazione degli artt. 36, 37 e 38 dello Statuto autonomistico siciliano. Rivendicare ciò sarebbe una vera rivoluzione. Ma lei la fará? Crediamo ancora una volta di no, perché per lei l’uso del termine “rivoluzione” significa solo una parola e che se invece viene usata porta fatti reali.
Ed allora? Per il bene della Sicilia ha due strade.
Sottoporsi ad un direttorio dei partiti ed accettare sostegno ed indicazioni per superare l’emergenza e creare sviluppo o altrimenti non indugiare e non perdere ulteriore tempo prezioso per l’agonizzante Regione e rassegnare immediatamente le dimissioni.