Le maestranze si occupano di manutenzione e illuminazione nei cantieri di anello ferroviario, raddoppio ferroviario Campofelice di Roccella-Punta Raisi e Tram. Fiom: «Se non ci saranno risposte, la prossima settimana pronti a sciopero»
Eds Infrastrutture, senza stipendi da dicembre Operai in stato d’agitazione, domani assemblea
Scatta lo stato di agitazione per i dipendenti di Eds Infrastrutture, che si occupano di manutenzione e illuminazione nei cantieri di anello ferroviario, raddoppio ferroviario Campofelice di Roccella-Punta Raisi e Tram. L’azienda non ha pagato agli operai metalmeccanici gli stipendi di dicembre e la tredicesima e del mese gennaio 2018. E nella stessa situazione, si trovano tutti i lavoratori Eds dei cantieri sparsi in Italia e in altre zone della Sicilia. In totale, sono 200 i lavoratori rimasti a secco delle retribuzioni. Domani dalle 15 alle 17 si terrà un’assemblea di tutti i lavoratori dei cantieri del raddoppio a Casteldaccia e a seguire, nei prossimi giorni, un’altra assemblea per i manutentori del Tram.
«Se non ci saranno risposte, la prossima settimana i lavoratori sono pronti allo sciopero», dice Francesco Foti, della segreteria Fiom Cgil Palermo. La Fiom oggi ha comunicato l’avvio delle procedure di raffreddamento al Comune di Palermo, all’assessore alle Attività produttive Giovanna Marano, al direttore esercizio Tram Palermo Marco Pellerrito, al direttore esercizio di Amat Gianfranco Rossi e alla Eds.
«Abbiamo già da un mese chiesto all’azienda un incontro per conoscere la situazione. E, una settimana fa, avevamo chiesto anche un incontro urgente all’Amat, la stazione appaltante, e all’assessore Marano ma ancora non abbiamo avuto risposte – dichiara Foti – Poiché permane il ritardo nell’erogazione degli stipendi, motivo del mancato recupero delle somme che l’azienda Eds vanta dall’Amat, che a sua volta le attende dal Comune, abbiamo comunicato oggi l’avvio delle procedure di raffreddamento».
In una nota inviata sempre stamattina alla Prefettura, la Fiom Cgil chiede al Prefetto di convocare le parti per un tentativo di conciliazione. «I lavoratori – denuncia Foti – subiscono continui ritardi nei pagamenti, con conseguenti disagi economici».