EDITORIALE/ Sicilia all’ultimo posto in Europa e cantieri scuola: due facce dello stesso sottosviluppo culturale prima che economico

… E MENO MALE CHE DI QUESTO GOVERNO REGIONALE FA PARTE CONFINDUSTRIA SICILIA…

Ancora non abbiamo capito come finirà con le nomine (e con gli affari) dell’Irsap, l’Istituto regionale siciliano per le attività produttive che ha preso il posto dei vecchi Consorzi Asi. Il Parlamento dell’Isola ha ‘bocciato’ le nomine. In altri tempi il Governo regionale le avrebbe già ritirate. Mentre gli ‘azionisti’ dell’attuale Governo – il presidente Rosario Crocetta, il senatore Giuseppe Lumia e i vertici di Confindustria Sicilia – stanno ‘riflettendo’. Staremo a vedere.

Quello che colpisce, di questi signori che oggi comandano negli uffici della Regione siciliana, è l’assenza pressoché totale di moralità pubblica e l’uso dell’ipocrisia come stile di Governo.

Si sono presentati come gli alfieri del cambiamento ma, nei fatti, sono i protagonisti del peggioramento. I dati diffusi nei giorni scorsi sulla Sicilia ormai tra le ultime regioni d’Europa ne sono la drammatica testimonianza. Invece di andare avanti, andiamo indietro.

Non c’è un solo settore della vita pubblica siciliana che, nelle mani di questi signori, sia cambiato in meglio. Essere ultimi significa che, in Sicilia, non funziona nulla. Sanità pubblica, agricoltura, industria, terziario, servizi alle imprese, tutela dell’ambiente, Comuni, lavori pubblici, servizi sociali: tutto a rotoli. E che quel poco che funziona, serve solo a creare solo clientele.

Il caso ha voluto che due notizie, ‘strillate’ contemporaneamente su tanti mezzi d’informazione, siano andate di pari passo: l’ ‘agognato’ regolamento sui cantieri scuola e il già citato ultimo posto, o giù di lì, in Europa.

Le due notizie sono strettamente correlate. Perché sono due espressioni diverse della stessa sottocultura.

Ricordiamo a chi è giovane che, nella cosiddetta Prima Repubblica, in Sicilia, i cantieri scuola erano l’ultima spiaggia dei Comuni in gravissima difficoltà. Il Sindaco e il parlamentare nazionale o regionale di riferimento si recavano in ‘pellegrinaggio’ presso l’assessorato agli Enti locali della Regione. Allargavano le braccia e dicevano all’assessore: “Siamo a mare…”. E partiva il finanziamento dei cantieri scuola. Lavori pubblici per lo più inutili. Keynesismo d’accatto.

Con Rosario Crocetta, Giuseppe Lumia e Confindustria Sicilia di Antonello Montante è stato invertito l’onere della clientela del sottosviluppo culturale ed economico: sono stati i tre ‘capi’ di questo Governo che hanno proposto ai Comuni dell’Isola ormai al dissesto finanziario di ‘addobbare’ con i cantieri scuola. Insomma, siamo alla frutta.

E’ interessante notare che il Governo di Crocetta, Lumia e Montante avrebbe avuto l’opportunità, per esempio, di utilizzare almeno una parte di questi 50 milioni di euro impegnati per i cantieri scuola per far partire il microcredito. Cosa, questa, che avrebbe dato un po’ di ‘ossigeno’ alle piccole imprese, le uniche che in Sicilia funzionano. Eppure Crocetta, Lumia e Montante non hanno avuto dubbi: solo cantieri scuola.

Da un personaggio come Crocetta non c’era da aspettarsi qualcosa di diverso. Alla fine chi è? L’ex Sindaco di Gela (diventato tale in forza di una sentenza della magistratura), città-ostaggio dell’Eni, il colosso di Stato-finto-privatizzato che per meno di mille posti di lavoro ha massacrato e continua a massacrare una comunità e il suo territorio.

Provenendo da un’esperienza di sottosviluppo, è normale che Crocetta proponga il sottosviluppo all’intera Sicilia.

Lo stesso discorso vale per Lumia, personaggio dallo spessore politico raffazzonato, arrivato dov’è arrivato a colpi di denunce, antimafia e antimafioserie varie. In pratica, il peggio della politica italiana.

Stupisce e sconcerta che a questa filosofia del sottosviluppo e della disperazione economica e politica abbia aderito anche Confindustria Sicilia. Per carità, sin da i tempi di Mimì La Cavera gli industriali siciliani hanno sempre palesato grandi difficoltà ad essere tali. Non è un caso se sono sempre rimasti gli “Industriali del ficodindia” (senza offesa per questa pianta che ha molta più dignità economica dei cantieri scuola).

Però, signori, c’è un limite a tutto. Passino gli interessi sui rifiuti. Passino gli interessi sull’acqua privata. Però, presidente Montante, almeno un segnale di cambiamento. Almeno l’idea che in Sicilia, oltre alle clientele dei cantieri scuola, oltre alle discariche, oltre all’acqua pubblica regalata ai privati, oltre alle operazioni ‘truffalde’ sul mix di agricoltura ed energia, insomma, oltre a tutto quello che stiamo vedendo, beh, almeno – lo ripetiamo – l’idea di un cambiamento: un segnale di discontinuità, un’iniziativa imprenditoriale seria, almeno una si poteva pure tentare.

Invece nulla, presidente Montante. Nulla di nulla. Zero totale.

Anzi, da un Governo del quale fa parte Confindustria Sicilia – la stessa organizzazione che fino a qualche anno fa era in prima linea nell’antiracket – assistiamo alla palese violazione di una legge (il decreto legislativo n. 39 di quest’anno) per tutelare gli incarichi di alcuni ‘amici’. Siamo al doroteismo allo stato puro.

Chissà cosa scriverebbe Il Sole 24 Ore, presidente Montante, se venisse a sapere tutte queste cose…

 


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