Ecce Pirandello!

Venerdì 26 Maggio, nella sede dell’Università di Lingue di Ragusa Ibla, si è tenuta la presentazione del saggio critico “Ecce Homo!- Nomi, cifre e figure di Pirandello” del Prof. Antonio Sichera, docente di Letteratura italiana moderna e contemporanea presso la Facoltà di Lingue di Ragusa. A quest’ultimo incontro stagionale del ciclo di conferenze di Italianistica, hanno partecipato numerosi appassionati e studiosi pirandelliani, tra cui diversi docenti e studenti universitari.
Il prof. Nunzio Zago, docente di Letteratura italiana, ha dato inizio all’incontro con un intervento introduttivo sulla critica pirandelliana del ‘900, evidenziando la novità costituita dalla pubblicazione del Prof. Sichera, che “si lascia alle spalle”-dice il Prof. Zago- i temi già ampiamente trattati dai critici novecenteschi, come ad esempio l’adesione di Pirandello al Fascismo a causa della sua disperata e reazionaria visione nichilistica della modernità o anche la sperimentazione tipica di tutta l’opera pirandelliana.
Il prof. Sichera individua un’innovativa chiave di analisi che, attraverso il pensiero filosofico di Pascal, Schopenhauer, Leopardi e Nietzsche e supportata dalle profonde conoscenze teologiche e dal metodo ermeneutico gadameriano, pone al centro l’invadente iconologia cristologica e in particolare la figura del Cristo alla Colonna della tradizione siciliana, ovvero l’Ecce Homo, che permea gran parte dell’opera pirandelliana. Infatti, nell’ immagine della Passio Christi si rispecchia il dramma esistenziale e “il disagio dell’uomo nella modernità, avvertita -afferma il Prof. Zago- come traumatica svolta epocale”.
La conferenza è stata arricchita dalla pregevole presentazione del Prof. Fernando Gioviale, ordinario di Letteratura Italiana Moderna e Contemporanea presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Catania, nonché uno dei massimi studiosi e critici pirandelliani contemporanei. Proseguendo la discussione introdotta dal Prof. Zago, il Prof. Gioviale, pur non negando la disperazione nichilistica e reazionaria di Pirandello, ha precisato che nell’opera pirandelliana esistono delle speranze, delle forze che spingono dialetticamente verso la “risoluzione”. Molto presente in Pirandello è la continua dialettica con l’arcaico. Ad esempio, la valenza che Pirandello, in molte sue opere, attribuisce alla “terra”, intesa sia come elemento atavico che come valore immutabile e immortale. La modernità, causando il distacco dell’uomo dai valori tradizionali, lo conduce all’anarchica disperazione. E’ fondamentale per Pirandello che “il compito dell’artista -dichiara il Prof. Gioviale- sia anche quello di farci vedere quello che si perde e non solo ciò che si acquista”. Il problematico rapporto di Pirandello con la fede si traduce non già nella ricerca dell’Assoluto, inteso come Oltre, ma nel ritorno dell’umanità ad un Paradiso di felicità primordiale. Il mito fondante dell’Eden, di quell’armonia primigenia con gli elementi naturali, tra cui appunto la “terra”, il ritorno dell’uomo ad un’Età Aurea, -secondo il Prof. Gioviale- è una delle soluzioni suggerite dall’opera pirandelliana contro il dramma esistenziale dell’uomo moderno.
Allora, secondo Pirandello, l’uomo contemporaneo, per salvarsi dalla disperazione nichilistica, deve rivolgersi più al recupero dei miti arcaici e del passato o alla ricerca del Soprannaturale e dell’Assoluto?
Il Prof. Gioviale, fornendoci alcuni interessanti riferimenti alla vicenda biografica pirandelliana e all’opera “I Giganti della montagna”, rimasta incompiuta alla morte dell’autore, ci risponde che senza dubbio l’artista individuava una speranza nell’attaccamento a quei valori tradizionali siciliani di cui l’immagine semplice e concreta dell’ulivo saraceno radicato alla “terra”, è fortemente emblematica.
Il merito del Prof. Sichera è stato quello di assolvere al difficile compito di individuare l’elemento cristiano, “entrando” nell’opera di Pirandello e analizzandola dal suo interno per coglierne in profondità tutti gli elementi di religiosità presenti, tessendo una fitta trama di collegamenti intertestuali tra le opere maggiormente rappresentative. Come ha detto il Prof. Sichera, nell’intervento conclusivo alla presentazione del suo saggio, si è trattato di un lavoro impegnativo che si è protratto per alcuni anni e che solo chi leggerà il libro potrà giudicare con obbiettività poiché l’autore è sempre troppo legato alla sua opera per poterne valutare oggettivamente i contenuti.
Indubbiamente, il libro “Ecce Homo!” del Prof. Sichera si colloca nell’ambito della critica pirandelliana come un contributo innovativo, non solo per la particolarità dei temi trattati, ma anche per la sua complessità, che sicuramente non mancherà di suscitare l’interesse di tutti gli appassionati di uno dei più grandi maestri del ‘900, qual è appunto Luigi Pirandello.

Maria Francesca Terranova

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