Ebola, CRI: “Rischio aeroporti c’è, ma siamo pronti”. Anche in Sicilia?

LA CROCE ROSSA ITALIANA CONFERMA LE PREOCCUPAZIONI. IL VICE QUESTORE DI CATANIA, SOLO QUALCHE GIORNO FA, HA CHIESTO PIù CONTROLLI NEGLI SCALI SICILIANI

“Serve più controllo negli aeroporti siciliani”. Con queste parole, dette a LinkSicilia, qualche giorno fa, il vice questore di Catania, Alessandro Beretta, che è anche segretario regionale del Coisp, aveva lanciato l’allerta Ebola relativa agli scali “e mi riferisco sia alle partenze che gli arrivi” spiegava il funzionario della Polizia al nostro giornale, come potete leggere qui, riferendosi, in particolare, ai trasferimenti dei migranti.

Rischio  per gli aeroporti che viene confermato dalla Croce Rossa Italiana, che si dice ottimista sulle misure messe in campo: “Il pericolo puo’ arrivare dagli aeroporti, ma il nostro Paese e’ pronto ad affrontare una possibile epidemia di Ebola e la Croce Rossa Italiana non si farebbe certo trovare impreparata”. Ad affermarlo con certezza e’ Francesco Rocca, presidente nazionale della CRI, interpellato dall’agenzia Dire.

“In Italia, sostiene Rocca, attualmente si stanno “implementando le misure. Il rischio negli aeroporti c’e’ ma ci sono delle squadre pronte ad intervenire- ha detto ancora Rocca- E la Croce Rossa fa parte di questo sistema”.

Ma dove sono queste squadre pronte ad intervenire? Sono anche negli aeroporti siciliani? Secondo il vice questore di Catania, no. Per quello che siamo riusciti a verificare, a Palermo, no di certo, mentre a Catania, dove tra l’altro arriva un aereo dalla Guinea, via Istanbul, ci sono da tempo procedure per contenere i rischi di malattie infettive, anche se non ci sono  task force anti Ebola, sul modello di quella attiva all’aeroporto di Venezia da oltre un mese.

Rocca, ribadisce come siano piu’ a rischio gli aeroporti che le coste italiane per i viaggi ‘della speranza’ che arrivano ininterrottamente in Sicilia: “Consideriamo le rotte di provenienza, consideriamo l’incubazione: la malattia, se arrivera’, non sara’ da immigrati o richiedenti asilo, ma attraverso gli aeroporti”.

Una certezza, quella relativa agli immigrati, molto in voga  in Italia, ma non condivisa dall’ECDC, European center for desease control and prevention, il Centro Europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie, che come vi abbiamo raccontato qui e, nel suo risk assessment (analisi dei rischi) dello scorso settembre, ha detto che, per quanto limitato, il rischio che l’Ebola arrivi attraverso i migranti c’è e che le “conseguenze per i centri d’accoglienza sarebbero devastanti”.

Ma la propaganda, probabilmente, consiglia di tacere su questo aspetto della questione.

Delle ultime ore, infine, è la notizia della quarantena a cui vengono sottoposti a Vicenza, presso la base militare, 11 soldati Usa al ritorno dalla Liberia: “È una procedura standard- commenta Rocca- Anche il nostro personale, quando va a lavorare in quei territori, deve stare in quarantena. È un protocollo”.

Sarà pure un protocollo, ma a Vicenza e dintorni, non mancano preoccupazione, anche se fonti ufficiali, al momento assicuranzo che nessuno dei soldati presenta sintomi sospetti.

Chissà se anche a Sigonella c’è  lo stesso protocollo.

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