Proclamato lo stato di agitazione del personale. Fp Cgil Sicilia sul piede di guerra per rivendicare il diritto a ricevere gli stipendi del mese di dicembre 2023 da parte dei dipendenti della ditta Dusty. «È una situazione che va affrontata e risolta – affermano il segretario regionale della Fp Cgil Giovanni Cammuca e il coordinatore […]
Dusty non paga i dipendenti da dicembre, parte lo stato di agitazione
Proclamato lo stato di agitazione del personale. Fp Cgil Sicilia sul piede di guerra per rivendicare il diritto a ricevere gli stipendi del mese di dicembre 2023 da parte dei dipendenti della ditta Dusty. «È una situazione che va affrontata e risolta – affermano il segretario regionale della Fp Cgil Giovanni Cammuca e il coordinatore regionale del settore, Alfio Leonardi – Ribadiamo la proposta, già sottoposta all’attenzione dell’azienda nell’incontro dello scorso lunedì, di provvedere quanto meno al pagamento degli emolumenti alle lavoratrici e ai lavoratori in servizio presso i cantieri ricadenti nei Comuni in regola con il versamento delle quote spettanti. Ovviamente lanciamo un accorato appello ai Comuni inadempienti a procedere senza indugio a regolarizzare le rispettive posizioni debitorie».
«I ritardi, secondo quanto comunicato dalla Dusty, sono da attribuire a difficoltà finanziarie determinate proprio dalla non puntualità da parte dei Comuni. Tra l’altro – aggiungono Cammuca e Leonardi – da tempo abbiamo rilevato e segnalato alla ditta anche i mancati versamenti al Fondo di Previdenza Complementare di natura contrattuale Previambiente del Tfr, delle quote a carico dell’azienda, e di quelle trattenute ai lavoratori per la previdenza complementare. Richiamiamo la responsabilità solidale dei committenti e dell’appaltatore sugli obblighi alla corresponsione sia degli emolumenti stipendiali che dei trattamenti differiti. Qualora non dovessero sopraggiungere riscontri positivi, ci riserviamo di attivare le procedure previste dalla legge 146/90 e ogni altra utile iniziativa – concludono Cammuca e Leonardi – a tutela dei diritti dei lavoratori».