Due progetti - finanziati dalla Conferenza episcopale italiana e dalla Caritas - permetteranno di allestire due residenze per donne in difficoltà. La permanenza minima è di tre mesi e a valutare i singoli casi sarà l'Help center etneo. Una sarà nel quartiere Cibali, l'altra in via Vittorio Emanuele per un totale complessivo di quindici vani
Due immobili per donne e ragazze madri Un bene confiscato e una casa in comodato
Due luoghi sicuri per donne e ragazze madri in difficoltà economica. È il progetto avviato dalla Caritas, che allestirà le residenze in due immobili, un bene confiscato alla mafia e un appartamento ceduto in comodato d’uso gratuito. Il primo si trova in via Damiano Chiesa, nel quartiere Cibali, ed è composto da tre vani con bagno e cucina. L’ente catanese lo ha ottenuto dopo aver fatto richiesta all’Agenzia nazionale per i beni confiscati. Molto più ampio è l’altro appartamento, concesso dall’Azienda ospedaliera Vittorio Emanuele-Policlinico. Dodici vani, quattro bagni, due cucine, una grande terrazza e un garage in centro, in via Vittorio Emanuele, nei pressi di via Plebiscito.
A poter accedere al servizio saranno donne e ragazze madri con figli a carico in difficoltà economiche. A coordinare l’accesso sarà l’Help center che valuterà i singoli casi, consentendo una permanenza minima di tre mesi.
Il bene confiscato rientra nel progetto Housing first approvato dalla Conferenza episcopale italiana, l’altro fa parte di Policlinico, tema lanciato dalla Caritas nazionale. Entrambe le iniziative prenderanno in carico le spese ordinarie e straordinarie, le utenze e le spese condominiali. Tutte le spese ordinarie e straordinarie saranno a carico dei rispettivi progetti, compresi i costi per le utenze domestiche e condominiali. Le ospiti dovranno soltanto occuparsi dei beni alimentari, ma la Caritas etnea ha assicurato un’assistenza.