Giornalismo e teatro. Mafia e società civile. Cosa Nostra a Catania 30 anni dopo. Sono i temi al centro degli incontri che si svolgeranno a Catania e Palazzolo Acreide per il 31esimo anniversario della morte di Giuseppe Fava, giornalista e scrittore ucciso dalla mafia il 5 gennaio del 1984.
Come ogni anno la fondazione Fava e i Siciliani Giovani organizzano alcuni momenti per ricordare il direttore che siano anche occasione di confronto sull’attualità. Si comincia domenica. Alle 17 a Palazzolo Acreide, paese del Siracusano dove Fava è nato, nell’aula consiliare del Comune, si terrà la proiezione del film I Ragazzi di Pippo Fava. Seguirà un incontro dibattito su Il giornalismo di ieri e di oggi, quello de I Siciliani di Fava e quello odierno. A parlane, insieme al moderatore Damiano Chiaramonte, Elena Brancati e Riccardo Orioles ci saranno due giovani giornalisti siciliani a cui la Fondazione Fava ha assegnato un riconoscimento: Lorenzo Tondo, di Repubblica Palermo, che riceverà il premio Fava Giovani e Ismaele La Vardera, menzione speciale per l’inchiesta che ha fatto emergere il sistema illecito con cui venivano scelti gli scrutatori di Villabate.
Sempre alle 17 a Catania, al palazzo Platamone in via Vittorio Emanuele – nei locali della Scuola d’Arte drammatica del teatro Stabile, intitolata ad Umberto Spadaro – verrà proposto un approfondimento su Giuseppe Fava che prende le mosse dalla sua opera teatrale Il proboviro. Insieme al giornalista Nino Milazzo, presidente dello Stabile, interverranno Elena Fava, presidente della Fondazione intitolata al padre, e il critico teatrale e letterario Sergio Sciacca. L’evento sarà curato dal regista Federico Magnano San Lio.
Il proboviro. Opera buffa sugli italiani fu pubblicata nel 1972 e messa in scena dallo Stabile di Catania nello stesso anno. Si tratta di una piece satirica surreale in cui un ex impiegato è ridotto in miseria a causa dei soprusi del potere, mentre un malvagio imprenditore corrompe con il denaro giudici e politici. E chi è caduto nella rete lasciandosi corrompere, non sa più se lo ha fatto per avidità, debolezza, o peggio per paura. Un’impietosa radiografia della politica. A leggere i passi più significativi dell’opera saranno gli attori Aldo Toscano, Liliana Lo Furno, Francesco Russo, Camillo Mascolino, Giampaolo Romania, Federico Fiorenza.
Lunedì 5 alle 17 e 30 amici, colleghi e semplici cittadini si riuniranno sotto la lapide di via Fava, di fronte il teatro Stabile, che ricorda l’uccisione del giornalista, freddato il 5 gennaio del 1984 in quella strada, allora via dello Stadio, sulla sua Renault 5 mentre andava a prendere la nipotina al teatro. La giustizia, più di dieci anni dopo, chiarirà che il mandante dell’omicidio fu Nitto Santapaola, numero uno di Cosa Nostra catanese. Voleva mettere a tacere una voce scomoda che, soprattutto nell’ultimo anno con la nascita del mensile I Siciliani, denunciava la commistione di affari illeciti tra mafia e imprenditoria catanese. Per anni alla commemorazione della lapide le istituzioni cittadine sono rimaste assenti. Ad eccezione dell’attuale procuratore capo Giovanni Salvi e del sindaco Enzo Bianco.
Alle 18 al Centro culturale Zo incontro dibattito sul tema La mafia comanda (ancora) a Catania? Ne parleranno Lirio Abbate, giornalista de L’Espresso, sotto scorta per le sue inchieste, ultima quella sulle connessioni tra mafia ed estrema destra a Roma; il magistrato Sebastiano Ardita, procuratore aggiunto a Messina ed ex capo dell’ufficio detenuto del Dap; Rosy Bindi, presidente della commissione parlamentare antimafia e il vice Claudio Fava, giornalista e deputato. A Lirio Abbate verrà consegnato anche il premio nazionale Giuseppe Fava Nient’altro che la verità.
Infine, alle 21 nella sede di Cittàinsieme, nella parrocchia Santi Pietro e Paolo di via Siena, si terrà la tradizionale assemblea dei Siciliani giovani, in cui verranno esposte le iniziative per il 2015: la rivista, i libri, i seminari e le assemblee.
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