Dopo la parifica, Musumeci scrive al premier Conte «Aumentare fondi per eliminare il prelievo forzoso»

«Per evitare che le tensioni sociali, già gravi in Sicilia, possano acuirsi occorre intervenire con la massima tempestività, per consentire ai Comuni di continuare a svolgere le proprie essenziali funzioni». Il giorno dopo la scure della Corte dei Conti sullo stato delle finanze regionali, il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci scrive al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, per chiedere il massimo sforzo a sostegno degli enti locali. 

Il governatore sottolinea che è la Regione Siciliana «pur non avendo potestà legislativa in materia di finanza locale, da anni sostiene i Comuni, le Città metropolitane e i Liberi consorzi con ingenti risorse a proprio carico». Un impegno che oggi più che mai si scontra con la parifica del rendiconto pronunciata ieri dalle Sezioni riunite per la Sicilia della Corte dei Conti, in cui è stato chiarito come la Regione debba recuperare un miliardo di euro entro fine anno. Tra le richieste di Musumeci c’è quello di un impegno maggiore nei confronti dei fondi che dovrebbero essere stanziati per rimuovere il prelievo forzoso dalle ex Province: passando da ottanta a cento milioni di euro. A parlare di ottanta milioni annuali è stato, questa mattina, il Movimento 5 stelle. «Riduciamo l’odioso prelievo forzoso che, negli anni, ha concorso ad ingigantire la crisi delle ex Province regionali siciliane. Con la nuova legge di Bilancio si trasferiscono 80 milioni di euro all’anno alla Sicilia come compensazione dell’ingente contributo alla finanza pubblica», si legge in una nota del gruppo pentastellato.

La missiva di Musumeci fa riferimento anche alla «grave situazione scaturita da alcune decisioni del ministero della Salute su risorse finanziarie della Regione» che «determina l’impossibilità di trasferire le somme necessarie ai Comuni per scongiurarne il dissesto». Ed è per questo che il governatore invoca «l’inserimento dell’emendamento, già esaminato dalla commissione Bilancio del Senato e rinviato alla negoziazione bilaterale, relativo al ripianamento decennale del disavanzo accertato nel rendiconto 2018».


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