Non ci sono solo auto distrutte e inghiottite dall'acqua nei sottopassi di viale Regione siciliana. Mezza città paga un prezzo altissimo per il violento acquazzone che mercoledì pomeriggio ha scatenato l'apocalisse. Il Comune punta tutto sullo stato di calamità
Dopo il nubifragio, è il tempo di contare i danni Palazzi senza luce e acqua e attività in ginocchio
Alla fine sotto i tre metri d’acqua dei sottopassaggi di viale della Regione non c’erano morti, sono rimasti solo alcuni resti delle auto distrutte, tracce di fango, rifiuti, piante e rami divelti e poi trascinati per metri e metri. Tutte le corsie laterali della circonvallazione sono state riaperte, così come uno dei luoghi più colpiti, il sottopassaggio di via Lazio. Più complessa la situazione del sottopassaggio di via Leonardo Da Vinci: l’acqua è stata pompata via, con i vigili del fuoco che non hanno praticamente mai smesso di lavorare e dove da ieiri il personale Rap, l’Amap e il genio dell’esercito sono impegnati per tentare di riaprire al traffico. Adesso, però, è tempo di tirare le somme e di contare i danni. «È impossibile fare un bilancio di quante auto siano rimaste danneggiate mercoledì – dice il sindaco Leoluca Orlando – Per questo ho invitato chiunque avesse avuto l’auto danneggiata a contattare la polizia municipale per il risarcimento».
Sono giorni di lavoro in grande parte della città. Mentre gli operai delle partecipate comunali liberavano dal fango via della Falconara, poco più in alto sulla collina, diversi privati cittadini si sono organizzati per rendere nuovamente agibili le strade che portano alle proprie abitazioni. «Ci diamo turni di due ore – racconta un residente di Baida – Non potevamo più aspettare, ci siamo armati di pale e stiamo tentando di togliere tutto questo fango». E proprio nei pressi dello svincolo di via Lazio, si sono verificati danni enormi, seppur meno appariscenti dell’apocalisse di fango che si è riversata sulla vicina circonvallazione. «Tutto il palazzo è senza acqua e senza corrente elettrica da due giorni, al momento hanno installato un gruppo elettrogeno – dice l’inquilino di un grosso stabile in via Aquileia – Ho visto gente uscire a nuoto dal garage, che scende al piano seminterrato. Ma non ci sono solo le macchine, i contatori di acqua e luce sono lì. Le scene che abbiamo visto – aggiunge – sono incredibili, molti negozi si sono allagati, c’erano persone che uscivano dal supermercato qui vicino avvolti nelle coperte termiche».
Liberata non senza fatica via Imera, dove ancora tuttavia scorre un rivolo d’acqua. Lì gli allagamenti sono ormai considerati routine dai residenti, che si meravigliano per la donna rimasta bloccata con la sua auto a ridosso del cantiere per il passante ferroviario. «Da qui quando piove non ci si prende – dice una donna – lo sanno tutti. Non bisogna neanche tentare la sorte. Non ci si prende e basta». Tante le attività che hanno riaperto ieri dopo gli allagamenti, moltissimo il materiale finito al macero. «Non entrava l’acqua solo dalla porta – racconta un commerciante nei pressi di piazzale John Lennon – A un certo punto anche le tubature hanno cominciato a cedere per la forte pressione». La stessa pressione che ha fatto saltare tombini in mezza città, causando danni e allagamenti, oltre che inondazioni di liquami e sporcizie.
E a contare i danni non sono solo gli sfortunati automobilisti rimasti bloccati in viale Regione durante il nubifragio, ma anche tantissimi palermitani che hanno visto il proprio mezzo di trasporto portato via dall’acqua da davanti alle abitazioni o danneggiato da rami, spazzatura o semplicemente soffocate dal fango. «Il mio motorino era parcheggiato davanti casa – spiega un ragazzo in via Leonardo Da Vinci, a un centinaio di metri dal sottopassaggio – l’ho raccolto da terra, sembrava che l’avessi ripescato in mare, pieno di erba, fango, foglie, di tutto». «Mi hanno chiamato perché hanno identificato la targa – spiega un altro cittadino residente in viale Michelangelo – L’acqua ha portato via il paraurti della mia auto e l’hanno ritrovato vicino al sottopassaggio di via Lazio».
Intanto si attende la dichiarazione ufficiale dello stato di calamità, così come chiesto da Orlando durante il vertice in prefettura all’indomani del nubifragio, «anche al fine di attivare strumenti veloci e snelli per il risarcimento dei danni ai privati e per affrontare l’emergenza». «Il Sindaco ha disposto che sia attivato un indirizzo mail cui i cittadini che hanno subito danni a beni immobili e auto possano segnalare tali danni – si legge in una nota di palazzo delle Aquile risalente a giovedì – per la compilazione di un dossier a supporto della richiesta dello stato di calamità e per una più accurata quantificazione dei danni. L’indirizzo e le modalità di utilizzo saranno comunicati da domani». A oggi, tuttavia, nessun indirizzo mail è stato ancora diffuso.
Aggiornamento: diffuso l’indirizzo mail fare la conta dei danni. Questa la nota del Comune: «il: alluvione15luglio@comune.palermo.it per la segnalazione dei danni. Le segnalazioni serviranno UNICAMENTE per la costituzione del dossier per la richiesta dello stato di calamità naturale da presentare a Stato e Regione».