Il professionista, titolare di uno studio e di alcuni patronati ad Agrigento, è finito in carcere. Nei guai anche un imprenditore e due uomini originari del Senegal, entrambi finiti agli arresti domiciliari. L'inchiesta della guardia di finanza
Documenti falsi per ottenere permessi di soggiorno Otto gli indagati. Al vertice del gruppo un ragioniere
Fornivano documenti falsificati per fare ottenere, illegalmente, dei permessi di soggiorno. Questa l’accusa contestata a quattro persone arrestate dalla guardia di finanza di Agrigento per associazione per delinquere e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Altre quattro sono indagate. Nell’ambito dell’operazione Illegal stay sono stati condotti in carcere un ragioniere, titolare di uno studio professionale di consulenza contabile e fiscale e responsabile di alcuni noti patronati di Agrigento, accusato di essere il capo e il promotore dell’organizzazione, e due senegalesi. Un imprenditore è stato invece posto agli arresti domiciliari con l’obbligo del braccialetto elettronico.
Eseguite diverse perquisizioni presso abitazioni e studi di consulenza e acquisita documentazione ritenuta utile alla prosecuzione delle indagini. Il provvedimento cautelare è stato emesso dal gip di Palermo, su richiesta della procura del capoluogo siciliano. Secondo l’accusa, il ragioniere avrebbe predisposto le dichiarazioni fiscali e i bilanci d’esercizio delle ditte individuali degli stranieri richiedenti il permesso di soggiorno con dati falsi, dando loro direttive ed indicazioni sulle modalità di compilazione postuma delle ricevute e degli scontrini fiscali e delle fatture d’acquisto, per farli coincidere con i dati relativi ai costi d’acquisto e ai ricavi di vendita riportati nei bilanci e nelle dichiarazioni fiscali falsificate.
Sempre il professionista avrebbe indicato ai cittadini extracomunitari i nominativi dei soggetti compiacenti, disponibili a rilasciare loro fatture false per operazioni inesistenti. I senegalesi avrebbero svolto il ruolo di intermediari con appartenenti alla loro comunità dell’Agrigentino. Uno si sarebbe anche offerto di sottoscrivere fittizi contratti di locazione. All’imprenditore è contestato l’essersi prestato ad emettere, dietro indicazione del ragioniere, fatture false.