«Metteremo a bando 100 milioni di euro in favore degli imprenditori agricoli che vorranno attrezzarsi per realizzare laghetti aziendali, impianti di desalinizzazione e pozzi. Strumenti che consentiranno di affrontare le future siccità e le altre criticità nel settore che, purtroppo, continueranno ad affliggere la nostra Isola». È stato l’assessore regionale per l’Agricoltura, lo Sviluppo rurale e la Pesca mediterranea, Salvatore Barbagallo, ad annunciare questo importante investimento della Regione. L’occasione è stata il convegno a cura dell’assessorato regionale Le produzioni agroalimentari di eccellenza. Sicilia Regione europea della gastronomia 2025, che si è tenuto nel pomeriggio di oggi nella sala Borsellino di palazzo Vermexio, a Siracusa, nell’ambito delle iniziative di Divinazione Expo 2024.
«Basta emergenze, diffondiamo le eccellenze». È lo slogan che ha utilizzato l’assessore Barbagallo per introdurre il convegno organizzato dall’assessorato regionale all’Agricoltura per promuovere il riconoscimento che l’Isola ha ricevuto. La Sicilia, infatti, è la prima regione italiana ad avere ottenuto il premio di European Region of Gastronomy. «In questi giorni di Divinazione Expo abbiamo avuto uno spaccato dell’eccellenza dei prodotti agroalimentari siciliani. L’ambizione – ha aggiunto Barbagallo – è legarli con il turismo, i beni culturali e paesaggistici e anche con la valorizzazione dei borghi marinari e rurali. Un obiettivo ambizioso che sarà possibile raggiungere solo mettendo a sistema tutti i vari settori e continuando a portare avanti i progetti con grande sinergia». Una sinergia innanzitutto con le varie università siciliane.
«L’ambito delle produzioni alimentari locali è legato alla tradizione e alla storia – ha esordito nel corso del suo intervento il prorettore dell’Università di Palermo, Andrea Pace – Questo potrebbe far pensare che sia limitato nella capacità di innovazione. Ma non è così: bisogna fare sistema per cogliere un’opportunità che è davvero rara e che la nostra terra ci offre». Un’opportunità che, come ha sottolineato la prorettrice dell’Università di Messina, Paola Dugo, può essere colta solo se «si parte dalle tradizioni siciliane e dalle biodiversità locali, ci si apre anche a prodotti nuovi che si avvicinano al nostro territorio anche per il
cambiamento climatico. Fare squadra – ha aggiunto – è fondamentale per portare avanti le eccellenze dell’agroalimentare siciliano in tutto il mondo». Un obiettivo che sarà portato avanti con tutte le diverse attività nell’ambito del riconoscimento European Region of Gastronomy.
«Serve puntare a un’integrazione dei vari saperi – ha sottolineato il rettore dell’Università Kore di Enna, Francesco Tomasello – per dare una forte valenza e un’identità precisa all’enogastronomia siciliana. L’auspicio è che i giovani che si avvicinano a queste discipline e a queste scienze possano fare di
questo enorme patrimonio un motore di sviluppo per la nostra terra». Un augurio che, almeno in parte, è già stato realizzato attraverso il Piano di sviluppo rurale, che – come ha ricordato il rettore dell’Università di Catania, Francesco Priolo – «ha dato un contributo importante allo studio in questo campo interdisciplinare. Ed è stato un volano per lo sviluppo. Guardare al futuro – ha concluso – significa investire sui giovani e sulla valorizzazione di tutti i prodotti di eccellenza della Sicilia».
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