I tre Comuni compongono il distretto sanitario 18. Paternò è capofila e sarebbe colpevole, secondo le altre due amministrazioni, di comportamenti «prevaricanti» e zero programmazione. La richiesta alla Regione: sganciarsi e andare con Gravina di Catania
Distretti sanitari, Belpasso e Ragalna contro Paternò «Così perdiamo fondi, vogliamo andare con Gravina»
Il distretto sanitario 18 (formato da Paternò Comune capofila, Ragalna e Belpasso) è in fibrillazione. I componenti del cosiddetto gruppo piano, la struttura tecnica di riferimento per i Comuni che lo compongono, si sono riuniti a Belpasso, per studiare una strategia comune per uscire dall’immobilismo. Assente il Comune di Paternò. Ragalna e Belpasso sono critici nei confronti dell’ente comunale capofila, accusato di non affrontare in modo deciso le criticità, con rischio concreto di perdere finanziamenti e di non dare giuste risposte alla collettività. Una situazione di stasi, secondo le parti, è deleteria per tutti. La decisione, quindi, è di scrivere all’assessorato regionale alla Famiglia e alle politiche sociali per avere un incontro e chiedere l’adesione di Belpasso e Ragalna al distretto di Gravina di Catania.
«Più volte abbiamo chiesto al Comune di Paternò un incontro – dichiara Roberto Prestigiacomo, rappresentante provinciale della Uil – Ma nulla, silenzio assoluto. Così non si può andare avanti». A testimoniare il momento non certo idilliaco che vivono i componenti del distretto 18 la lettera, indirizzata all’assessorato regionale, con cui i Comuni di Belpasso e Ragalna hanno manifestato il loro disappunto sull’atteggiamento tenuto dal Comune capofila. «La normativa di settore stabilisce la necessità di una programmazione e gestione dei servizi unitaria e condivisa, che consenta a ogni soggetto coinvolto nel processo – si legge nella missiva – di poter esercitare il proprio ruolo, nulla togliendo alla posizione di maggiore responsabilità del Comune capofila. Detta responsabilità, in ogni caso, non può però porre il Comune Capofila in una posizione di prevaricazione rispetto a priorità, tempi, scelte, modalità di programmazione e gestione dell’azione tecnica-amministrativa del Piano di zona o delle altre linee di intervento, relegando gli altri attori verso ruoli marginali e di subordine, tanto da creare incomprensioni e fratture».
La missiva si chiude con una specifica richiesta all’assessorato regionale di un «autorevole intervento sostitutivo al fine di risolvere questo stato di immobilismo nel quale il distretto è relegato e in cui i Comuni di Belpasso e Ragalna loro malgrado si trovano coinvolti». Il sindaco di Belpasso Daniele Motta ha espresso rammarico sul fatto che «Paternò non riesce a ottemperare a tutti gli adempimenti e a gestire di fatto il Piano di zona, riscontrabile negli ultimi anni in diverse azioni» Sulla stessa lunghezza d’onda l’assessore comunale ai Servizi sociali del comune di Ragalna Nino Caruso: «Non riusciamo a fare una programmazione seria; vogliamo cambiare il Comune capofila per poter iniziare un nuovo percorso» .