«Stanno avvelenando i nostri figli». Maria Caruso è un’attivista del comitato No discarica di Misterbianco. È solo una del migliaio di partecipanti alla manifestazione contro la discarica Oikos in contrada Valanghe d’inverno, al confine tra i Comuni di Motta Sant’Anastasia e Misterbianco. «Un pozzo nero che emana puzza e illegalità», è stato definito durante il corteo. Che si è snodato – nonostante la pioggia battente – lungo via Verdi. L’arteria che conduce ai cancelli del sito di raccolta dei rifiuti provenienti da diverse province dell’Isola. Da lì passano i camion carichi di spazzatura. Gli stessi il cui arrivo, oggi, dovrebbe essere previsto nel primo pomeriggio. E che gli attivisti minacciano di bloccare lungo la strada.
«Ogni volta che muore qualcuno di più giovane, ci chiediamo se non sia colpa anche dell’aria che respiriamo», dice una cittadina mottese. Un problema sentito, tanto che la commissione speciale sulla discarica del Comune di Motta ha chiesto all’Arpa i dati aggiornati sulla salubrità della zona. «La battaglia sarà lunga perché chiediamo due cose: chiusura e bonifica di Tiritì (già satura) e di Valanghe d’inferno», afferma Anna Bonforte, attivista misterbianchese, storpiando volutamente il nome della discarica. E le fa eco il sindaco Nino Di Guardo, che distribuisce ai presenti il modello di una denuncia da presentare alle forze dell’ordine. Cosa che lui stesso ha fatto nei giorni scorsi. «Dobbiamo lottare per noi e per i nostri figli», afferma.
A invitare a firmare la denuncia è anche Angela Foti, deputata all’Ars del MoVimento 5 stelle. Che ricorda che la Regione Sicilia non si è costituita parte civile nel processo Terra mia, sulla presunta corruzione per la gestione da parte dei privati delle discariche. «Il diritto alla salute deve essere il primo da perseguire», afferma la pentastellata. Ed Erasmo Palazzotto, di Sinistra ecologia libertà rilancia: «Le risposte che ai cittadini non sono arrivate sono state date s chi ha costruito un business sulla loro pelle». Nel frattempo, un compattatore è arrivato ed è stato fatto tornare indietro dalle forze dell’ordine. La manifestazione, intanto, continua. L’autorizzazione della prefettura arrivava fino alle 13 di oggi, ma gli attivisti hanno deciso di continuare il presidio a oltranza.
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