Ieri si è svolta un'udienza del procedimento aperto dopo il ricorso presentato dal Comune di Lentini. Soddisfatto il legale dell'ente, l'avvocato Gianluca Rossitto. Il verdetto potrebbe arrivare nelle prossime settimane
Discarica Armicci, si avvicina sentenza del Tar Vicesindaco: «Opposizione politica e tecnica»
«Sono moderatamente ottimista sull’esito». A parlare è l’avvocato Gianluca Rossitto. Il riferimento è all’udienza di ieri del Tar Sicilia sulla discarica che dovrebbe sorgere a Lentini, con l’ok della Regione, che ha autorizzato la ditta Pastorino a costruire l’impianto per rifiuti speciali non pericolosi. Decisione contro la quale si è creato un fronte comune di protesta che ha visto scendere in campo amministratori, cittadini e attivisti per chiederne la revoca, e con il sindaco Saverio Bosco che ha presentato ricorso al Tribunale amministrativo regionale. Adesso la questione è nelle mani dei giudici della sezione di Catania, che dovranno decidere se accogliere le istanze portate ieri in aula da Rossitto, che difende il Comune di Lentini. «La discussione è stata lunga e articolata – spiega a MeridioNews il legale – il ricorso tocca due punti: il primo è legato al fatto che l’assessorato ha modificato il decreto di Aia (Autorizzazione integrata ambientale, ndr) in senso più favorevole e consentendo la realizzazione senza la necessità di ottenere il consenso del Comune, mentre il secondo aspetto riguarda il fatto che l’ente ha chiesto l’annullamento dello stesso provvedimento».
Rossitto ha poi evidenziato che, proprio a fianco all’ex cava dove dovrebbe sorgere la discarica Armicci, ne è presente un’altra, abusiva, sequestrata nell’ottobre dello scorso anno dal personale del Nictas e della polizia coordinati della Procura di Siracusa: dieci ettari di terreno, un agrumeto per le carte, ma che in realtà avrebbe ospitato mezzo milione di metri cubi di materiali inerti. «Questa ulteriore circostanza dimostra che le condizioni del sito, dal punto di vista ambientale, risultano fortemente compromesse. Inoltre – sottolinea Rossitto – la valutazione di impatto ambientale andrebbe rifatta alla luce di questa situazione». Al ricorso, il Comune ha allegato una perizia a supporto della richiesta di revoca dell’autorizzazione. «Il nostro – dice il vicesindaco Alessio Valenti – non è soltanto un no politico, ma motivato da pareri tecnici». Il documento mette in luce che il sito dove dovrebbe sorgere la discarica, si trova ad appena settecento metri dal lago di Lentini, oasi che ospita numerose specie protette, oltre a essere accanto ad agrumeti e al confine con un’altra discarica, ormai dismessa ma che sarebbe ancora in attesa di un intervento di bonifica.
Davanti ai magistrati si sono presentate anche la ditta Pastorino e la Regione Siciliana – rappresentate rispettivamente dall’avvocato Carmelo Barreca e dall’avvocato dello Stato – hanno fatto valere le proprie ragioni. Chiuse le porte del Tribunale, adesso si attende la sentenza, che dovrebbe essere emessa nelle prossime settimane. All’udienza ha partecipato anche il coordinamento no discarica Armicci, che parla di «celebrazione dell’arroganza dei poteri forti». Gli attivisti accusano l’avvocato dello Stato di aver difeso l’interesse dei privati. «È un fatto gravissimo – dicono -. In questo sistema gli abitanti e le amministrazioni che li rappresentano sono trattati come una presenza fastidiosa di cui nessuno vuole tener conto. Ora aspettiamo, ma a prescindere dalla sentenza, il coordinamento non si ferma e invitiamo tutte e tutti a stare in guardia e a prepararsi alla mobilitazione. Nessun governo e nessuna istituzione – concludono – può scavalcare la volontà degli abitanti».