Il governatore, a seguito delle dimissioni di Miccichè e le proteste, ha chiesto agli uffici un report, arrivato dopo numerose difficoltà. E denuncia alcuni casi anomali: Licata avrebbe un numero più alto di Palermo, con una popolazione dieci volte inferiore. A Giarre in due anni la crescita raggiunge il picco di +3.500 per cento
Disabili gravi, in due anni aumentati del 130% Crocetta: «Forse qualcuno pensa più alle coop»
I conti non tornavano. Anzi, per l’esattezza, non li conosceva nemmeno lo stesso dipartimento regionale alle Politiche sociali. Dopo la bufera mediatica che si è abbattuta sull’ex assessore Gianluca Micciché e sul governatore, è stato proprio Rosario Crocetta a chiedere agli uffici dell’assessorato di fare chiarezza sulle cifre della disabilità gravissima in Sicilia. Già dalle prime battute era stato chiaro a chi aveva messo mano alle carte che i numeri non tornavano, complice l’assenza delle Unità di valutazione Multidimensionale e quelle certificazioni «difformi e con livelli di attendibilità discutibili».
Oggi ecco spuntare i dati, messi nero su bianco dal dipartimento della Famiglia e rilanciate dall’agenzia di stampa Ansa, secondo cui si registrerebbero picchi di aumenti del numero di disabili gravissimi negli ultimi anni, addirittura oltre il tremila per cento e una media di più 130 per cento tra il 2013 e il 2015. «Si tratta – ha ammesso il governatore – di dati che dobbiamo verificare e abbiamo già dato mandato alle Asp di farlo. Se dovessimo accertare numeri gonfiati è chiaro che chiederemo il conto a chi ce li ha forniti. Al momento abbiamo il sospetto che qualche Comune invece di pensare all’assistenza di cittadini con gravi disabilità pensi alle cooperative che gestiscono i servizi».
Insomma, la tesi di Crocetta è chiara: ci sarebbe chi ha goduto dell’assistenza senza averne diritto, «ledendo gravemente i diritti dei veri bisognosi. Certo, non possono cambiare i dati in modo così rilevante di anno in anno, non può essere che ad Agrigento, capitale della 104 in Italia, ci siano 323 disabili gravi e a Palermo, che ha un numero di abitanti sette volte maggiore, siano 102».
I DATI NEI DISTRETTI SANITARI E NEI SINGOLI COMUNI
Salta agli occhi il caso di Licata, nella provincia di Agrigento, che conta 61mila abitanti e ci sono 144 disabili gravissimi, quasi il 30 per cento in più di quelli registrati a Palermo, dove i casi sono 102 nonostante una popolazione di 770mila abitanti, e a Catania (376mila abitanti) con 133 persone in gravi condizioni. E se a Gela non ci sarebbe neppure un disabile su 120mila abitanti, a Partinico, che di residenti ne ha 75mila, i casi gravissimi sono 151. Non solo. A Giarre, nel Catanese, in due anni i casi sono aumentati del 3.500 per cento, a Partinico del 978,6 per cento, a Bivona, nell’Agrigentino, del 640 per cento, a Mazara del Vallo del 512,5 per cento, a Messina del 400 per cento. Su questi numeri il governo ha deciso di aprire un’istruttoria per fare luce su quelle che considera presunte anomalie alla luce di dati disomogenei.
I dati in possesso dell’assessorato, trasmessi dai distretti socio-sanitari e dai Comuni, si riferiscono agli anni dal 2013 al 2015. Il governatore, che ha assunto ad interim la delega alla Famiglia dopo le dimissioni di Miccichè, ha acquisito il report nel tentativo di mettere ordine nel sistema, che è finanziato con fondi pubblici. In totale le persone con disabilità gravissima in Sicilia, secondo le tabelle assessoriali aggiornate al 2015, sono 3.682, con un aumento del 67,1 per cento rispetto al 2014 e del 130,4 per cento rispetto al 2013. In 50 distretti su 55 il numero dei disabili con patologie gravissime è cresciuto, in molti casi è raddoppiato e in altri triplicato; solo in cinque distretti il tasso di disabilità è diminuito dal 2013 al 2015: Gela zero (22 casi nel 2013), Caltagirone -8,8 per cento (da 34 a 31 casi), Termini Imerese -42,2 per cento (da 45 a 26), Bagheria -30 per cento (da 40 a 28). A Giarre, quasi 28mila abitanti, in due anni il numero dei disabili gravissimi è salito da 2 a 72 con l’incremento più alto in Sicilia.
Il distretto socio-sanitario di Agrigento è quello in cui si registra il più alto numero di disabilità gravissima in Sicilia: 323 casi nel 2015, il 23,1 per cento in più rispetto all’anno precedente. A Palermo, che rispetto ad Agrigento ha una popolazione sette volte superiore, i casi sono 102 (+100 per cento). Negli altri capoluoghi di provincia, invece, la situazione è questa: Caltanissetta 80 (+116,2), Catania 113 (+205,4), Enna 76 (+33,3), Messina 110 (+307,4), Ragusa 115 (+62), Siracusa 160 (+0,6), Trapani 82 casi (+9,3).
Il numero più alto di casi viene registrato nel Comune di Siracusa. Seguono Partinico con 151, Caltagirone con 147, Licata con 144. A Misilmeri, nel Palermitano, 56mila abitanti, sono 110; stesso numero a Messina (110) con 280mila residenti, mentre a Noto, 103mila abitanti, i casi sono 20.
UN NUOVO ACCORDO CON LO STATO PER REPERIRE RISORSE AGGIUNTIVE
Intanto, mentre non si ferma la polemica, è il sottosegretario alla Salute, Davide Faraone, ad annunciare che è stato raggiunto in queste ore l’accordo fra lo Stato e la Regione siciliana sulla ripartizione dell’Iva. «Alla Sicilia – spiega Faraone – arriveranno nuove risorse e una parte di queste saranno anticipate da subito per garantire l’assistenza ai disabili gravi».
Faraone non perde l’occasione per togliersi il sassolino dalla scarpa e replicare alla lettera aperta del governatore, indirettamente indirizzata a lui: «Si tratta di atti concreti che governo nazionale e governo regionale compiono insieme guardando alle reali esigenze e non alle polemiche e alle divisioni che non devono mai pesare sulle azioni che si compiono nell’interesse dei cittadini, in questo caso dei disabili gravi». Sul boom di casi di disabilità gravissime in alcuni territori della Sicilia, Faraone sottolinea: «Approfittare delle norme di civiltà pensate per fornire assistenza a chi ne ha bisogno per ottenere vantaggi personali è una cosa indegna, un atteggiamento che in più di un’occasione ho definito e continuo a definire criminale perché, oltre a perpetrare una truffa, si danneggia proprio chi ha bisogno di una assistenza 24 ore su 24. Il fenomeno è già in parte noto soprattutto nell’Agrigentino, dove sono state tante le revoche dei privilegi derivanti dalla 104 dovute proprio alla scoperta di questi atteggiamenti».