«La Regione Siciliana ha fallito sul tema del diritto allo studio per ragazzi e ragazze con disabilità». È una lettera-denuncia quella che arriva da Maurizio Inturri, un genitore di Avola (in provincia di Siracusa) che per il figlio con una disabilità del neurosviluppo (accertata sia dall’istituto Gaslini di Genova che dal tribunale di Siracusa) si […]
«In Sicilia è a rischio il diritto allo studio per i ragazzi disabili»: la denuncia di un genitore
«La Regione Siciliana ha fallito sul tema del diritto allo studio per ragazzi e ragazze con disabilità». È una lettera-denuncia quella che arriva da Maurizio Inturri, un genitore di Avola (in provincia di Siracusa) che per il figlio con una disabilità del neurosviluppo (accertata sia dall’istituto Gaslini di Genova che dal tribunale di Siracusa) si è visto riconoscere solo sei ore di Asacom. Un acronimo che sta per assistente specializzato per l’autonomia e la comunicazione per i disabili, una figura professionale fondamentale per l’inclusione sociale e scolastica di studenti con disabilità. «Questo è il fallimento del sistema – lamenta il padre che si fa portavoce di una questione non solo personale – E il problema principale è la mancanza di budget che dipende da normative tanto obsolete quanto, in alcuni casi, assenti».
Un grido d’allarme per una situazione che riguarda molti studenti con disabilità dell’Isola. «La mancanza di un vero controllo delle spese – continua Inturri – spesso e volentieri, fa sì che ogni anno si compiano gli stessi interventi, come rattoppi strutturali nelle scuole o convenzioni ad alto costo, a discapito di fondi che dovrebbero garantire l’inclusione delle persone disabili sia a scuola che nell’ambito lavorativo». In un momento in cui ci si prepara alla riapertura delle scuole (che in Sicilia è prevista per lunedì 15 settembre), «mancano ancora tanti insegnanti di sostegno e le ore che vengono attribuite a ogni docente per ogni studente disabile vengono diminuite secondo un’obsoleta normativa del Miur», lamenta il padre ricostruendo come in alcuni comuni dell’Isola siano dei regolamenti comunali a stabilire quante ore di Asacom affidare per ogni studente disabile. «Questo è quanto successo a noi per nostro figlio che a causa di un Pei (piano educativo individualizzato, ndr) irregolare non può rientrare come oggetto delle prestazioni del Progetto di vita. Ancora una volta – sottolinea – è una questione di budget».
E non solo. La questione si complica perché, come già ha denunciato dalla Federazione italiana per il superamento dell’handicap (Fish), a questo si aggiunge anche il problema che riguarda la mancata presenza del neuropsichiatra durante gli svolgimenti dei Pei. «A ogni studente disabile di cui Neuropsichiatria infantile ha rilasciato l’ex diagnosi funzionale (oggi profilo di funzionamento, ndr) non è stato dato un riscontro di accertamento degli obiettivi dei Pei». Per richiedere l’Asacom, del resto, basta compilare e consegnare un’istanza all’ufficio dei Servizi sociali di appartenenza che, a loro volta, richiederanno solo la diagnosi funzionale e assegneranno l’assistente per le ore previste nel regolamento comunale. «Se si richiede il Progetto di vita, invece, – sottolinea l’uomo – bisognerà allegare un Pei in regola con le ore di Asacom effettivamente richieste. In quest’ultimo caso, però, non si applicherà il regolamento comunale e l’amministrazione dovrà recuperare le somme necessarie. Insomma – conclude il genitore – il problema è sempre quello del budget ma tutto ciò ricade sul diritto degli studenti con disabilità».