Stefano Rodotà, insieme a Oreste Massari e al magistrato della Procura della Repubblica di Catania Giuseppe Gennaro, ospiti dellUniversità per parlare di democrazia nelle società contemporanee
Diritti senza confini
Sovranità, cittadinanza, libertà e diritti, sicurezza. Questi i temi principali dell’incontro “La qualità della democrazia”, che ha visto ospiti dell’Università di Catania Stefano Rodotà e Oreste Massari, entrambi professori de La Sapienza, e il magistrato della Procura della Repubblica di Catania Giuseppe Gennaro. Il convegno (cliccando sul player di Radio Radicale potrete selezionare e riascoltare gli interventi) ha inaugurato il ciclo 2008/2009 delle attività del settore Circuiti Culturali. “La crisi socio-culturale che stiamo attraversando è sintomo di un più generalizzato malessere della modernità che si manifesta su vari livelli – ha dichiarato nell’introduzione Sara Gentile, docente di Scienza Politica a Catania e Delegato del Rettore ai Circuiti Culturali – soprattutto economico e politico. Di fronte a tante difficoltà la sopravvivenza e il rispetto dei valori democratici diventano sempre più difficili.”
La relazione di Stefano Rodotà, ordinario di diritto civile, è stata incentrata sull’evoluzione del concetto di cittadinanza nel tempo: un concetto storico che ci accompagna anche al di fuori del nostro paese perché, con il processo di globalizzazione, i confini nazionali non sono più una barriera. Per questo la cittadinanza diventa patrimonio comune di ogni essere umano in quanto persona. “Dignità e uguaglianza devono essere riconosciute in qualunque parte del mondo. La cittadinanza prescinde da attribuzioni esterne quali il territorio e il sangue. Quando si parla di diritti fondamentali, i confini non contano”. A proposito dell’enorme mobilità di popolazioni da un continente all’altro, il prof. Rodotà ha giudicato l’emigrazione “la più antica forma di “turismo dei diritti”, perché equivale allo spostarsi per il mondo per trovare l’attuazione dei propri diritti. È bene tenere aperti i confini e non pretendere uniformità dei diritti, bensì universalità di essi”. Al fenomeno della globalizzazione si accompagna anche il problema della sicurezza, “Un tema enfatizzato, che dopo l’11 settembre ha assunto un carattere eccessivo, ma che non giustifica l’imposizione di limitazioni ai diritti fondamentali.” Dunque il legame tra cittadinanza, diritti e sicurezza si stringe ancora di più oggi che si intrecciano etnie, culture e religioni diverse, che reclamano il diritto a esistere e ad essere riconosciute.
Dello stesso avviso il magistrato Giuseppe Gennaro, che ha ricordato come l’apertura allo straniero sia spesso considerata, a torto, come l’anticamera della perdita di una propria identità o una minaccia per esempio riguardo alla prospettiva occupazionale “gli stranieri rubano il lavoro”. Per non parlare del pregiudizio sulla “impunità” di cui gli extracomunitari godrebbero rispetto agli italiani: “Uno straniero sconta sempre per intero la sua pena. Viene processato per direttissima e condannato. Non c’è una situazione di uguaglianza. Si dice che i paesi occidentali siano grandi portatori di tradizioni di civiltà ma non vi è garanzia che queste tradizioni vengano rispettate.”
Il prof. Oreste Massari, associato di Scienza Politica a Roma La Sapienza, ha invece analizzato il rapporto tra democrazia e capitalismo: “I processi economici e istituzionali in atto nel mondo sono in grado di accompagnare l’universalità dei diritti? I cittadini esprimono sfiducia nei confronti delle istituzioni democratiche, dunque qualcosa non sta funzionando. La sempre maggiore compenetrazione tra la sfera economica e quella politica e gli enormi interessi in gioco hanno effetti estremamente nocivi sui processi decisionali.”
“Oggi i partiti politici”, ha proseguito il prof. Massari, “sempre meno assolvono una funzione di collegamento tra istituzioni e società, anche loro risucchiati nella sfera dei grandi interessi imprenditoriali. Di conseguenza la distanza ricchi-poveri si sta allargando anche sul piano dei diritti sociali.”