Continuano le proteste dei giovani francesi contro il cosiddetto Cpe (Contratto di primo impiego), le ultime dichiarazioni di Chirac fanno ben sperare, la legge è stata ritirata. Adesso il governo dovrà chiarire le manovre che vorrà intraprendere
Dietro-front di Chirac
“Il Contratto di primo impiego sarà sostituito da un dispositivo per favorire l’inserimento professionale dei giovani in difficoltà nel mondo del lavoro“, sono queste le ultime dichiarazioni del presidente Jaques Chirac. Oggi il governo francese ha annunciato il suo ufficiale dietro-front ai giovani scesi in piazza a protestare. La legge aveva scatenato in questi ultimi giorni particolari malumori, le precedenti manifestazioni avevano mobilitato milioni di persone nel paese e le accese polemiche degli studenti avevano fatto chiaramente intuire che la protesta sarebbe andata avanti fin quando la legge non sarebbe stata sostituita.
Con il discorso del presidente Chirac di stamane e con l’ufficializzazione del ritiro della legge da parte del primo ministro Dominique de Villepin, gli oppositori hanno raggiunto il loro obiettivo: il ritiro della legge sul cosiddetto Cpe (contratto di primo impiego). “Le condizioni necessarie di fiducia e di serenità non sussistono né da parte dei giovani, nè delle imprese per permettere lapplicazione del Contratto primo impiego“, ha dichiarato de Villepin in un breve intervento.
Villepin stamattina avrebbe incontrato il presidente Chirac e successivamente anche il presidente dell’Ump, Nicolas Sarkozy, i leader parlamentari conservatori, Barnard Accoyer e Josselin de Rohan e i ministri del Lavoro e della Coesione sociale Jean-Louis Borloo e dell’Impiego Gerard Larcher, per discutere e cercare una soluzione equilibrata al problema in atto. Proprio questi ultimi due ministri sono riusciti ad essere mediatori tra gli studenti e i sindacati adirati e il governo.
Se le modifiche alla legge non saranno soddisfacenti per gli studenti e i sindacati, si riaprirà tutta la questione, rinvigorendo ulteriormente i toni: “Chiediamo che la pressione sia mantenuta finché il parlamento non voterà l’abrogazione della Cpe, anche bloccando le università se necessario“, ha detto il capo dell’unione degli studenti, Bruno Juillard.