Venerdì, 25 novembre presso lAuditorium del Monastero dei Benedettini è stato presentato il nuovo libro di Anna Finocchiaro, Dialogo sulla giustizia, per un nuovo patto di legalità
Dialogo sulla giustizia, per un nuovo patto di legalità
Venerdì, 25 novembre, presso lAuditorium del Monastero dei Benedettini è stato presentato il nuovo libro di Anna Finocchiaro, “Dialogo sulla giustizia, per un nuovo patto di legalità”. A presiedere, il Cons. Giuseppe Meliadò, componente del Consiglio Superiore della Magistratura, insieme con lAvv. Roberto Porto, presidente di MondOperaio – centro di cultura politica riformista, promotore dellevento -, il prof. Salvo Andò, rettore delluniversità Kore di Enna, e il prof. Coco, in rappresentanza della facoltà di Lettere e Filosofia.
“Un incontro fortemente voluto” – ha dichiarato lAvv. Porto – che si è trasformato in una straordinaria occasione per ripercorrere la storia degli ultimi ventanni del nostro paese, attraverso lottica delle riforme giurisdizionali e la costruzione di un senso condiviso della legalità. Questi i contenuti essenziali del “Dialogo sulla giustizia”: dialogo, perché si tratta di unintervista vera e propria tra la deputata dei DS e Antonello Capurso. Due personalità figlie di due diverse tradizioni politiche, – del centro-sinistra luna, del centro-destra laltro – ma entrambe accomunate da un sentimento comune: “il vincolo del patto costituzionale”, come ha ricordato la stessa Finocchiaro, durante il suo intervento. Una diversa appartenenza politica che ha garantito “lequa antitesi dialettica tra domanda e risposta”, secondo lapprezzamento di Andò.
LItalia è attualmente vittima di un tentativo di strumentalizzazione della questione giudiziaria, finalizzato a una destabilizzazione dellidentità dei poteri costituzionali: “Quello che stiamo rischiando nel nostro paese è lapprodo a una costituzione di legislatura”, secondo il prof. Salvo Andò. “Una prospettiva aberrante”, causa di una degenerazione del concetto stesso di democrazia. Una costituzione di legislatura destinata a essere paradossalmente riformata ogni cinque anni – è figlia di una democrazia eversiva che stravolge il principio della sovranità popolare, in favore di una sovranità assoluta, che non accetta i giusti limiti insiti nella democrazia stessa, tutelati e filtrati dalla Costituzione. In questo contesto vanno inscritte le leggi ad personam che hanno caratterizzato la legislatura dellattuale maggioranza di governo: “roba da stato pre-moderno”.
La lucida analisi di Salvo Andò inquadra bene lo sfondo su cui si soffermano le proposte della Finocchiaro per sanare quel “sistema del caos, quel sistema impazzito che è la giustizia italiana”. Il senso dellattacco al sistema giudiziario si sta rivelando un passaggio-chiave di natura strumentale, quando dovrebbe invece essere dettato dalla volontà sincera di migliorare e regolare un sistema effettivamente “vecchio, lento”, e per questo inefficiente.
Alla situazione attuale, la Finocchiaro risponde con soluzioni concrete: nuove politiche pubbliche di legalità. “Non si può più aspettare”, data la gravità della situazione in cui naviga il sistema giudiziario.
Una delle proposte contenute nel libro è “il premio per la qualità legale”: ricompense – anche attraverso incentivi fiscali – nei confronti di quelle società che non abbiano attinto ai capitali mafiosi o non abbiano falsificato i bilanci, rispettando le regole. O ancora, uno svecchiamento di alcuni procedimenti civili, che consenta al cittadino di scegliere tra una gamma di “prodotti giudiziari” efficienti e nuovi come listituzione di camere di consultazione – che permettano di sgravare un sistema già troppo oberato.
“In Italia ci sono tutte le risorse per attuare delle riforme. LItalia è un paese importante” conclude la Finocchiaro. Limportante è tenere sempre presente il quadro costituzionale: unico filtro di regolazione dei rapporti tra gli individui di uno stato democratico.
“Dialogo sulla giustizia”: analisi del presente, attraverso la rilettura del passato, con uno sguardo propositivo sul futuro.