Un'insegnante di Belpasso si era prenotata per ricevere il siero ma, una volta giunto il suo turno, le viene detto di tornare il giorno dopo. «Non so come sia accaduto, ma in una grande campagna vaccinale può capitare», precisa il commisario Pino Liberti
Deve fare il vaccino anti-Covid ma viene rimandata a casa Asp: «Abbiamo evitato di aprire un flacone per tre persone»
Si presenta all’appuntamento per ricevere il vaccino, ma mancano le dosi e per questo è costretta a tornare il giorno dopo. È successo nei giorni scorsi nell’ambulatorio dell’azienda sanitaria locale di Belpasso, dove un’insegnante, dopo essersi prenotata sulla piattaforma regionale, non ha potuto ricevere il siero anti-Covid. A raccontare l’accaduto a MeridioNews è il marito della donna. «Mia moglie aveva fatto tutti i passaggi corretti per la prenotazione, che era fissata per ieri nella fascia oraria che va dalle 13 alle 14 – spiega – Il personale all’interno stava lavorando, sebbene si fosse accumulato un po’ di ritardo, perché alle 13 c’erano ancora persone del turno precedente».
Dopo circa tre quarti d’ora d’attesa, la donna viene chiamata per ricevere il siero. «Una volta svolto il colloquio col medico e la presentazione dei moduli, come prevede la prassi – continua l’uomo – a mia moglie è stato detto di tornare domani perché non c’erano più le dosi. Con lei c’erano almeno altre due persone. Credo che la prenotazione debba servire a stabilire un numero preciso dosi. Che semmai dovrebbero avanzare, non mancare».
Sulla questione, dopo essere stata contattata dalla nostra testata, arriva la precisazione dell’Asp. Dagli uffici dell’Azienda sanitaria provinciale fanno sapere che ieri sono state rimandate di un giorno le vaccinazioni a tre persone per evitare di aprire un intero flacone Astrazeneca e, quindi, sprecare dosi di vaccino, considerando che con un’intera fiala possono essere inoculati dieci vaccini.
Un caso che, nella grande campagna vaccinale messa su dalla Regione, si aggiunge ai problemi nella prenotazione online per i vaccini riscontrati dai soggetti fragili, oltre al caos a cui si è assistito in alcuni centri vaccinali di Palermo e Catania. «Non so come sia potuto accadere – commenta a MeridioNews il commissario Covid dell’area metropolitana di Catania Pino Liberti – Anche io mi sarei arrabbiato, se mi fosse accaduto. Però mi sento di dire che su una media di quasi settemila persone vaccinate al giorno in tutti i luoghi della provincia di Catania, può succedere».
Nella Catanese sono più di 150mila le persone attualmente vaccinate su una popolazione di circa 700mila utenti, escludendo gli under 16. «Stiamo procedendo bene e, su base nazionale, la Sicilia viene dopo il Lazio per dosi iniettate. Nel caso capitato all’insegnante ci potrebbe essere stato – continua Liberti – anche un errore di comunicazione tra i funzionari che ha influito sul numero di dotazioni dei flaconi, visto che per la categoria professionale la prenotazione non avviene attraverso il portale di Poste italiane come per gli altri».