Depuratori, Cantone sorveglierà su appalti in Sicilia  Entro un anno 45 impianti per evitare sanzioni Ue

«Nella fase in cui partiranno gli appalti principali per la depurazione in Sicilia ci avvarremo della collaborazione dell’Anac. E in via informale, l’interlocuzione con il presidente Raffaele Cantone si è già aperta». Vania Contrafatto, assessora regionale all’Energia e commissaria dello Stato per la depurazione dei reflui nell’Isola, ha intenzione di blindare gli appalti milionari che porteranno alla costruzione di 45 impianti, con, al momento, 27 Comuni coinvolti (ma esiste un nuovo decreto secretato che produrrà nuovi commissariamenti). Sarà, dunque, l’Autorità nazionale anticorruzione guidata da Cantone a vigilare preventivamente sullo svolgimento delle gare. Con il chiaro intento di contrastare infiltrazioni mafiose e casi di corruttela. 

«A dire il vero – spiega Contrafatto – esiste già una convenzione tra l’Anac e la Sogesid, la società in house del ministero dell’Ambiente che mi supporta nelle funzioni commissariali. Tuttavia avvieremo anche un rapporto di partnership ad hoc, per raddoppiare i controlli sui passaggi più delicati degli appalti». Ma – a prescindere dagli immancabili appetiti della criminalità più o meno organizzata – sulla depurazione in Sicilia grava la spada di Damocle dei tempi di realizzazione. L’intero sistema è in fase di pre-infrazione comunitaria, e la Contrafatto dovrà correre per non incappare nelle sanzioni Ue. Entro il dicembre 2016 servirà dimostrare un sostanziale avanzamento dei procedimenti commissariati. In caso contrario le multe diverranno inesorabili. Questo margine esiste ancora? 

«Andrò alla velocità della luce – assicura Contrafatto -. Entro il 18 dicembre avrò completato la visione di tutte le carte riguardanti il primo gruppo di 45 opere. I progetti dei depuratori di Messina (40 milioni) e Misterbianco (205 milioni) sono già stati consegnati al ministero dell’Ambiente, che emetterà un parere entro il 16 dicembre. Poi procederemo a tappe forzate con i 14 Comuni per cui sono stata nominata commissaria pochi giorni fa. Una delle tante difficoltà è rappresentata dalla varietà dei casi che affronto – continua la commissaria -. Alcuni Comuni non avevano ancora stabilito nulla, altri solo la localizzazione degli impianti, altri ancora avevano redatto solo il progetto preliminare. E vorrei che fosse chiara una cosa: si parla di commissariamento già dalla scorsa primavera, ma in considerazione dei passaggi burocratici effettuati dalla Corte dei conti e dal Csm sulla mia nomina – conclude Contrafatto – sono effettivamente in carica dalla metà di settembre». 

Dinnanzi alla lentezza dei Comuni nell’espletare i rispettivi, delicati iter burocratici, lo scorso aprile il governo nazionale aveva deciso di commissariare i procedimenti relativi a 27 opere di fognatura e depurazione. Pochi giorni fa la stessa sorte è toccata ad altri 18 impianti ricadenti su 14 Comuni. Infrastrutture per un valore complessivo di circa 493 milioni di euro, senza contare i Comuni non ancora commissariati e quelli per cui i decreti di commissariamento attendono a breve il vaglia burocratico. Fondi comunitari attribuiti dallo Stato alle Regioni attraverso una delibera del Cipe. Una corsa contro il tempo che, come detto, a breve potrebbe schierare un concorrente in più: il presidente del’Anac Raffaele Cantone. 


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