In commissione Ambiente all'Ars si è presentato Enrico Rolle, dal 2016 commissario straordinario nazionale per la depurazione per fare il punto sugli interventi di cui la Sicilia ha estremo bisogno. Critici i deputati M5s: «Nulla di nuovo, non sappiamo nemmeno quanto si è speso finora»
Depuratori, 20 in progettazione e 12 in avvio lavori Commissario: «Lavoro enorme, non basta un anno»
Impianti sottodimensionati, scarichi che finiscono direttamente in mare, intere zone costiere non balneabili e un «deficit storico per l’isola che non si può pensare di risolvere in un anno». La commissione Ambiente all’Ars torna a discutere dello spinoso tema degli impianti di depurazione in Sicilia, questa volta ascoltando i dati forniti dal Commissario straordinario nazionale per l’infrazione comunitaria sul trattamento delle acque reflue urbane, Enrico Rolle. È lui ad ammettere che la Sicilia «non è all’anno zero», ma ad aggiungere anche che dodici mesi non saranno sufficienti per superare le procedure di infrazione. Secondo Rolle, «la mole di lavoro è enorme, stiamo portando avanti le complesse procedure negli agglomerati in infrazione con la collaborazione degli enti locali e in piena aderenza al codice degli appalti».
In commissione Ambiente si è parlato sostanzialmente del superamento di quelle situazioni comunali che non godono ancora della depurazione delle acque reflue, o in cui sono stati riscontrati disservizi per i quali l’Italia è appunto finita nelle procedure di infrazione della Comunità Europea. Guardando al quadro regionale, ecco che, secondo i dati forniti da Rolle al momento ci sono 20 gare di progettazione in corso e 12 già aggiudicate e in fase di avvio lavori. Su 80 procedure di infrazione che complessivamente riguardano la Sicilia. Secondo gli uffici della Regione tutti i lavori dovrebbero partire entro il 2019 per essere completati entro il 2022.Critiche soprattutto le condizioni in cui versano i Comuni di Terrasini, Cinisi e Sciacca. Tra le soluzioni prospettate per i primi due Comuni, si stanno valutando entrambe le strade: sia quella di un impianto comune, che quella di due impianti più piccoli e separati. In merito, invece, al depuratore di Sciacca e al nuovo depuratore al servizio della fascia costiera di Agrigento e Favara, per la gara d’appalto bisognerà attendere il prossimo autunno. Il depuratore nella fascia costiera agrigentina servirà a tutelare il mare di San Leone, spesso finito al centro delle cronache.
«Gli impianti – ha spiegato la presidente della commissione parlamentare, Giusy Savarino – saranno realizzati acquisendo il progetto esecutivo redatto da Girgenti Acque S.p.A, che dovrà subire delle piccole modifiche per essere adeguato alla nuova normativa sugli appalti. I lavori, però, non potranno essere eseguiti direttamente dalla società ma dovrà essere bandita una gara da Invitalia in qualità di centrale di committenza».
Critici sia i deputati del Movimento 5 Stelle, secondo cui Rolle avrebbe portato «poche notizie e quasi tutte negative». Insomma, «una grossa delusione. Rolle – dicono – ha risposto a pochissime domande e non ci ha fornito quasi nessun dato. Di certo pochissimo si muove per gli 80 impianti oggetto di infrazione europea e con la velocità di una tartaruga. Per il resto è il deserto e non ci è dato di sapere nemmeno quanto si è speso per la progettazione dei lavori dal 2012 ad oggi. Rolle ci ha detto che ci farà una relazione su questo. Veramente quella relazione – concludono i Cinquestelle – la aspettavamo già adesso».