Depeche Mode (Mute, 2005)
Playing The Angel
1 A Pain That I’m Used to
2 John the Revelator
3 Suffer Well
4 The Sinner in me
5 Precious
6 Macro
7 I want it all
8 Nothings impossibile
9 Introspectre
10 Damaged People
11 Lilian
12 The darkest star
Amate i Depeche Mode? La risposta si è di per sé sufficiente, se poi, piuttosto che amare, adorate i tre ragazzi, ormai quarantenni, di Bristol, a tal punto da contare gli anni, i mesi e i giorni trascorsi dalla loro ultima uscita, ancora meglio: spaccate il salvadanaio, acciuffate gli euro necessari, uscite di casa e raggiungete il musicstore più vicino. Playing The Angel, è lalbum che David Gahan, Martin Gore e Andrew Fletcher hanno realizzato pensato, scritto, suonato e realizzato, dedicandolo interamente ai loro fedelissimi adepti, , concedendo alle masses solo lorecchiabile (e commerciabile) singolo Precious, isolato anello di congiunzione o semplice appendice, a seconda dei punti di vista, tra lundicesimo atto della loro discografia e il precedente Exciter (2001). Laddove molte grandi band falliscono, allinsegna di una grottesca rincorsa al rinnovamento o ancora peggio, al ringiovanimento (conoscete per caso una band irlandese ?), i Depeche Mode, limitandosi a restare semplicemente se stessi e a comporre seguendo la ricetta che li ha resi unici (elettronica campionata/sintetizzata/ digitalizzata/mixata da una parte, testi decadenti/oscuri/introspettivi/malinconici/dark dallaltra), tengono fede al loro nome e conservano alto il loro mito.
Chiariamo un punto: non si tratta della solita servile e rispettosa celebrazione (nera) di un progetto artistico che ha fatto la storia del pop in omnibus eius formis, lalbum in questione, per intenderci, farebbe impallidire gente come Daft Punk o Air, tanto per fare dei nomi a caso. Le trame musicali di I want it all e Nothings impossibile, hanno una struttura monumentale, delineata alla perfezione da Gore ed impreziosita dal cantato di Gahan. Se lopen track è un esplicito/sentito omaggio ai Vangelis e la cybernetica John the Revelator (electro pop da catena di montaggio?) alla scena tedesca, The sinner in me segna un gradito ritorno allatmosfera club, in un formato che rilegge taluni teoremi dei The Dust Brothers combinati alle melodie del Peter Grabriel dellera di mezzo. Il resto è siglato con il vecchio timbro di fabbrica, il cui inchiostro non accenna ad esaurirsi, basti ascoltare la conclusiva The darkest star o la neoclassica Suffer Well (tranquilli non cè bisogno di controllare il calendario siamo ancora nel 2005 ). Che le tastiere dei Depeche Mode possano suonare in eterno incontrando gli angeli, daltronde nulla è impossibile. Quasi ci dimenticavamo di completare il concetto iniziale: cosa succede se non li amate o conoscete bene? Niente panico, vale lo stesso consiglio, solo che questa volta sarà meglio se vi forniate di carte di credito: gli album dacquistare sono undici.
Note: Oltre al normale formato cd, è presente sul mercato unedizione CD/Super Audio plus Dvd, contenente: Making The Angel (8:07), Precious (music video 4:00), Clean (exclusive studio performance 3:42), Ben Hillier candid studio photo gallery.
Tratta da: www.ilcibicida.com
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