De Luca: abbiamo perso la battaglia per le regionali. Guardiamo adesso alle amministrative

«Si può perdere una battaglia. Ma adesso bisogna analizzare gli errori commessi e andare avanti». Parola di Cateno De Luca. Reduce dalla sconfitta alle elezioni per la presidenza della Regione Siciliana, l’ex primo cittadino di Messina non si tira indietro, anzi. Va avanti nella sua «battaglia di liberazione della Sicilia». Organizza le sue forze che entreranno all’ARS. In totale saranno in sette gli eletti nelle liste che hanno sostenuto il progetto elettorale. Si tratta di Ismaele La Vardera, Salvatore Geraci, Ludovico Balsamo, Matteo Sciotto, Davide Vasta e Pippo Lombardo oltre allo stesso De Luca. Prima, però, intende ringraziare i simpatizzanti e i sostenitori a cui ha dato appuntamento, nel fine settimana, a Fiumedinisi dove, tutti insieme, parteciperanno alla messa per poi «assaggiare dei prodotti locali in piazza Matrice».

Ricarica, quindi, le batterie non dimenticando quanto accaduto. Analizza il risultato e guarda agli errori commessi nella prospettiva di un approdo, tra poco, come capo di una squadra di minoranza che sarà attenta ai provvedimenti d’Aula. Respinge poi i “ruffiani di turno” cioè quelli che, in questi mesi, hanno provato ad oscurare il suo giro tra i Comuni siciliani per poi chiedere, adesso, spazio o visibilità. «Non ho mai – prosegue – nascosto nulla della mia vita. Di certo non ho bisogno di chi ha ignorato e fatto finta di niente, davanti alla mia lotta con le mani e con i denti, tra la gente, nelle piazze e nei palazzi per il bene della Sicilia». Un percorso che non si ferma ma che si preannuncia, invece, essere all’inizio. «Ogni sconfitta – continua – va analizzata perché è fondamentale capire eventuali errori o, eventualmente, cosa non è andato bene. Serve anche perché noi andiamo avanti. Abbiamo altri obiettivi che ci siamo già prefissati: elezioni amministrative il prossimo anno e poi il grande impegno per le europee. Saremo presenti in tutta Italia, struttureremo il movimento Sud chiama Nord in ogni provincia. Oggi possiamo affermare che i siciliani, comunque, hanno dato un segnale chiaro di discontinuità rispetto al passato. Questo patrimonio, oltre mezzo milione di voti, noi abbiamo la necessità ma anche il dovere di rilanciarlo. Si apre una nuova fase. Palazzo d’Orleans ci aspetta».


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