Oggi il Senato ha approvato il decreto di legge costituzionale sull’incompatibilità tra la carica di assessore e l’ufficio di deputato della Regione siciliana. I sì della maggioranza sono stati 77, i no delle opposizioni 63. A Roma sembrano non stare con le mani in mano. Anzi sembra che la Sicilia sia nel mirino dell’esecutivo nazionale. […]
Incompatibilità tra assessore e deputato in Sicilia: ecco chi riguarda il nuovo Ddl del Senato
Oggi il Senato ha approvato il decreto di legge costituzionale sull’incompatibilità tra la carica di assessore e l’ufficio di deputato della Regione siciliana. I sì della maggioranza sono stati 77, i no delle opposizioni 63. A Roma sembrano non stare con le mani in mano. Anzi sembra che la Sicilia sia nel mirino dell’esecutivo nazionale.
Cosa prevede il Ddl sull’incompatibilità in Sicilia approvato al Senato
Il ddl interviene ad imperio sullo Statuto della Regione Siciliana. Prevede che, se un deputato dell’Ars è nominato assessore, deve essere sospeso dalla carica di deputato. Prevedendo il subentro di un supplente. Questi, a sua volta, decadrà nel momento in cui il deputato eletto lascia la carica di assessore, tornando al suo ufficio originale. Ma la vera sorpresa del Ddl è che la sua applicazione dovrà essere immediata. Perché prevede l’entrata in vigore a legislatura regionale in corso. Escludendo la sottoponibilità a referendum della legge regionale che recepisce le modifiche allo statuto.
Chi sono gli assessori regionali interessati

Si tratta di Francesco Paolo Scarpinato, deputato e capogruppo di Fratelli d’Italia e assessore ai Beni culturali e Identità siciliana; Alessandro Aricò, deputato e assessore alle Infrastrutture e Mobilità. Il nuovo Ddl riguarda poi anche Elvira Amata, deputata e assessora al Turismo, sport e spettacolo; Edmondo Tamajo, deputato e assessore alle Attività produttive, Luca Sammartino, deputato e assessore ad Agricoltura, sviluppo rurale e pesca mediterranea, Giusy Savarino, deputato e assessore del Territorio e dell’ambiente e Girolamo Turano, deputato e assessore all’Istruzione e Formazione professionale. E il decreto potrebbe riguardare lo stesso Schifani, che ha avocato a sè ben due assessorati. Ora, sulla base del decreto, dovranno abbandonare il doppio scranno. Potranno, ovviamente scegliere quale tenere. Si profila quindi una doppia possibilità. O si dimettono dal loro ruolo di assessore e si dovrà aprire la concertazione necessaria per la sostituzione. Oppure, per il ruolo di deputato, dovrà essere nominato un supplente. Riaprendo la lista dei non eletti. Il messaggio, contenuto nel sottotesto del Ddl, è chiaro. La capocrazia in atto non è più tollerata. Né in Sicilia, tantomeno a Roma.