Dagli inizi nei Combomastas al successo a X-Factor, dalle contaminazioni di soul e jazz al nuovo album in prossima uscita. L'astro nascente palermitano della musica si racconta. «Pura chiusura mentale, mancanza di spirito di aggregazione, di possibilità, di strutture, d’ispirazione, per questo ho lasciato la città»
Davide Shorty, amore e speranza per Palermo «Ho pianto alla commemorazione di Falcone»
Classe 1989, cresce faticando e producendo idee una dopo l’altra sin dal suo primo approccio con gli ambienti liceali, sceglie poi di allontanarsi dalla sua città, Palermo. Stiamo parlando di Davide Shorty Sciortino. «Quando ero piccoletto ascoltavo Othelloman – con cui poi mi sono trovato a lavorare- e Stokka & Madbuddy fino ai Sangue Misto. Poi si va al jazz, iniziai a cercare i primi campioni da mettere nell’MPC. Chet Baker, Miles Davis, John Coltrane, Billie Holiday, per poi arrivare al soul: Stevie Wonder, Donny Hathaway, Marvin Gaye, Sam Cooke, James Brown e tanti altri. La musica è infinita. Non c’è limite alla sperimentazione e c’eè sempre tantissimo da imparare. La mia passione è curiosità, quando penso alla musica vedo tutto super colorato>>.
Beat maker, cantautore, rapper. Muove i suoi primi passi insieme alla crew Combomastas con la quale riesce ad affrontare i suoi primi palchi, rimanendo nella storia cittadina dopo l’uscita del loro brano più famoso ‘U Tagghiamo Stu Palluni. Circa dal 2007 pubblica incessantemente sue produzioni tra le quali Piccolo e Shorty Vs The Supa Produsa. Inconfondibile il suo tono vocale, contaminato senz’altro dal soul, macchiato dal jazz, trascinato dal ritmo del più crudo hip hop. «Ci sono tanti ricordi, belli e brutti. Se guardo indietro vedo veramente un ragazzino. Con i Combomastas volevamo raccontare la realtà più cruda di Palermo, dare uno spunto di riflessione così riuscimmo a fare arrivare la nostra voce a tutte le persone. È stata un’esperienza importante ho preso anche delle grosse scottature capendo che avevo veramente bisogno di studiare e che l’Italia mi stava stretta».
Nel 2010, dopo aver collezionato esperienze ed essersi fatto le ossa tra drums machine, campioni, organizzazioni d’eventi e ore scolastiche Davide sceglie di allontanarsi, di voltare le spalle, con amarezza, alla sua città natale raggiungendo una delle capitali d’Europa di maggiore fermento ed espansione: Londra. Trascorsi due anni saltellando tra un quartiere e un altro, cambiando continuamente lavoro, nel 2012, con caparbia e passione, la stessa che mai ha perso, Davide incontra nuovi artisti riuscendo a metter su un nuovo progetto, stavolta concentrato sulle sonorità del soul, un sound originale: nascono i Retrospective For Love. Fondamentale l’incontro con il chitarrista Alessandro La Barbera, il producer/pianista Gaba e il bassista Agostino Collura (tutti rigorosamente palermitani). Ritrovatisi insieme a Londra e ispirati dal sound hip hop e neo soul di artisti come The Roots, J Dilla, D’Angelo ed Erykah Badu, danno vita ad una vera e propria band, completata dalla collaborazione internazionale con la promettente cantante parigina Leslie Phillips.
«Pura chiusura mentale, mancanza di spirito di aggregazione, di possibilità, di strutture, d’ispirazione. Avevo bisogno di mettermi alla prova, di crescere, ma soprattutto di sudare, di sentirmi mancare il terreno sotto i piedi, così andai via. Londra è il centro d’Europa, musicalmente c’è veramente di tutto, all’inizio sono venuto solo per lavorare, poi ho deciso di fare l’università. I Retrospective For Love sono la mia famiglia. Prima di essere la mia band sono le persone con cui divido tutto, il quotidiano, i problemi e le gioie». Adesso stanno lavorando al nuovo album che uscirà a Settembre, il titolo è già stato svelato: Random Activities Of A Heart. Davide ha appena concluso una delle avventure più forti della sua vita e perché no, perché star li a ciondolare piuttosto che discuterne. Davide Shorty Sciortino è stato uno dei finalisti della scorsa edizione di X Factor. «Ho conosciuto tante belle persone, sono uscito da li con nuovi fratelli, sono cresciuto e mi sono divertito. Adesso però viene il bello, ci si mette in gioco sul serio. Sto lavorando ad un disco interamente in italiano e spero di condividerlo quanto prima».
Giorni fa il suo tributo alla giornata della memoria dedicata al giudice Giovanni Falcone. «Ho pianto tanto quel giorno, come non facevo da tanto. Non me ne vergogno è la nostra storia. Sono arrivato in aeroporto e mi sono ritrovato in macchina con una persona che mi ha fatto ascoltare un brano dal titolo Capaci, in questo momento non ricordo di chi fosse. Avevo le immagini in testa, il tragitto per Palermo non era mai stato così lungo. Noi artisti abbiamo il dovere di prendere posizione, non possiamo permetterci di sprecare i nostri strumenti, specialmente quando abbiamo la fortuna di avere un seguito. Sono felice di aver condiviso quel momento con due fratelli come Alessandro La Barbera e Giò Sada, l’abbraccio di Maria Falcone mi ha dato i brividi, un senso di gratitudine infinito, che quasi toglieva il fiato. Osservavo Palermo con tanto amore e tanta speranza. Non ho mai provato niente di simile».