Davide Faraone in versione ‘governativa’: “Il PD faccia un passo indietro”. Poltrone in vista?

LE AMBIGUITA’ DI FABRIZIO FERRANDELLI ERANO L’AVVIO DI UN CAMBIO DI LINEA DEI RENZIANI SICILIANI CHE, IN MODO SCOMPOSTO, SI AVVICINANO AI GIOCHI DI POTERE DI CROCETTA

Finalmente la posizione ufficiale dei renziani siciliani è arrivata con un’intervista al leader dell’Isola di questa area del PD, Davide Faraone, pubblicata oggi dal quotidiano la Repubblica. Ed è una posizione strana e un po’ ambigua, quella espressa dal parlamentare nazionale del Partito Democratico eletto in Sicilia. In perfetta linea con le ambiguità già manifestate dalle dichiarazioni di Fabrizio Ferrandelli.

Che dire? Renzi non è ancora il segretario nazionale di questo Partito. I renziani locali sembrano già manifestare una spasmodica bramosia di poltrone? L’interrogativo non sembra fuori luogo.

C’è anche molta ‘tattica’, nell’intervista di Faraone. Tipica di chi potrebbe ‘usare’ anche il Governo Crocetta per ‘destrutturare’ gli avversari interni. Ma c’è, anche, un’apertura al Governo Crocetta. E qualche omissione.

Ma vediamo cosa dice il leader dei renziani siciliani sulla rottura tra PD e Governo Crocetta. Rottura che Faraone definisce “politicamente inopportuna”, perché “non può essere presa da 60 componenti di una direzione datata insieme con i suoi caminetti”. Quindi l’invito al suo Partito “a fare un passo indietro e aspettare il congresso in cui a decidere saranno migliaia di elettori”.

Poi Faraone aggiunge: “Io vedo uno scontro fra due debolezze: un Governo che si limita alla distruzione, affidando la rivoluzione ai trasformisti, e un partito scomparso dalla società che opera solo per la conservazione e pretende di indicare la strada, senza coinvolgere il gruppo dirigente nazionale e non tenendo conto dello tsunami che lo travolgerà al congresso”.

Come mai Faraone, che di solito ha una buona ‘vista’, non vede né il senatore Giuseppe Lumia né, tantomeno, gli uomini (e gli interessi piuttosto ‘pesanti’) di Confindustria Sicilia?

Il passaggio sul rapporto con Roma è un po’ misterioso. Per quale motivo il gruppo dirigente del PD siciliano dovrebbe “coinvolgere il gruppo nazionale”? Forse Faraone pensa che il Partito dell’Isola debba andare a rimorchio di Roma? O forse ci sono interessi piuttosto consistenti che, come ai tempi del Governo Lombardo, che vanno a tutelati più a Roma che in Sicilia? Se l’idea che i renziani hanno della Sicilia è questa, beh, non sembra una bella idea. Anzi.

Quanto al congresso regionale del PD, “per me – dice Faraone -va fatto alla prima data utile, l’8 dicembre. Così il futuro della Sicilia non verrà deciso da una classe dirigente che è come una tv in bianco e nero. Concordo con Corradino Mineo: prima di indicare la strada, il PD ricostruisca la sua dignità dopo gli scandali. Altrimenti sembra solo una lotta per le poltrone”.

“Ha ragione Corradino Mineo”, dice Faraone. Ma Corradino Mineo, collega giornalista bravissimo, conosce la realtà, anzi, le realtà del Pd siciliano?

Quindi il passaggio molto discutibile: l’invito al suo Partito a garantire “il sostegno a Crocetta”. Con la seguente precisazione: “È grottesco che a questo PD non siano bastati quattro anni per sfiduciare Lombardo, mentre con il suo presidente ci sono voluti nove mesi”.

In questo Faraone ha ragione. Perché la partecipazione del PD al Governo Lombardo è stata un disastro. Ma questa precisazione gli si ritorce contro: perché Faraone, con l’oggettiva ‘copertura’ dei renziani al Governo Crocetta, pone se stesso e il suo gruppo sulla lunghezza d’onda del senatore Giuseppe Lumia, grande sponsor dell’alleanza PD-Lombardo. Insomma, tutta questa strada Faraone l’ha percorsa per abbracciare Lumia? Contento lui…

Corretti, per il resto, i giudizi sul Megafono. “Il Megafono – dice Faraone – è nato come lista elettorale e se diventa un partito non va bene. Ma questo accade perché oggi il PD non fa le feste di partito e il Megafono sì, perché le federazioni provinciali del PD sono commissariate e i circoli sono scomparsi, mentre il Megafono cresce a livello locale. Il Megafono esiste perché manca il PD: altrimenti non avrebbe uno spazio politico”.

Insomma, a Faraone in versione crocettian-lumiana mancano le feste. E si dice sicuro che il Megafono “cresce”: cosa di cui noi dubitiamo, perché in tempo di crisi al crescere delle clientele – Raffaele Lombardo docet – diminuiscono i voti. La gente, insomma, si rompe un po’ le scatole.

Nell’ultimo passaggio il leader dei renziani di Sicilia prova a salvare capre, cavoli e lupo (ovviamente il lupo che si mangia le capre e non il segretario regionale del PD). “Se il governatore pensa di convocare singoli parlamentari renziani per un sostegno, sappia che questo gioco non ci riguarda”.

Ingresso in Giunta?, chiede il giornalista. “Lo escludo – replica Faraone -. Questi sono i ragionamenti che Crocetta può fare con Savona o altri gruppi nati ad hoc per uno scambio di poltrone”.

Questa comuinque ce l’appuntiamo: non si sa mai…

 


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