Daniele Brunetto, da Catania a Bruxelles contro la povertà «Non bisogna essere giovani per credere nel cambiamento»

Daniele Brunetto28 anni, catanese, ha una laurea triennale in Politica e relazioni internazionali all’università di Catania e una gran voglia di capire come funziona il mondo. È con questa motivazione che decide di seguire un corso di laurea specialistica in Studi afro-asiatici a Pavia. Tra un’analisi della situazione politica nei Paesi in via di sviluppo e lo studio sul funzionamento degli aiuti internazionali, una volta arrivato a Bruxelles per uno stage si interessa alle attività di One. Diventa uno dei 40 Youth ambassador del programma che per tutto il 2015 si mobiliterà, insieme ai leader mondiali, per fissare gli obiettivi di sviluppo mondiale del millennio da raggiungere entro il 2030. «Quello che si deciderà quest’anno sarà cruciale per sapere quale sarà l’assetto del mondo in futuro – spiega – e noi giovani attivisti cercheremo di aiutare i leader mondiali a fissare obiettivi ambiziosi e ben finanziati, spingendoli a comprendere che il miglioramento è a portata di mano».

(Gli One Youth Ambassador, tra cui il catanese Daniele Brunetto, incontrano Bill Gates, fondatore di Microsoft)

Gli appuntamenti fondamentali sono tre: la
conferenza mondiale sul clima a Parigi, il G7 in Germania e la 70esima sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni unite. In queste occasioni Daniele e i suoi colleghi cercheranno di dare voce ai loro ideali attraverso mobilitazioni in Rete e campagne di sensibilizzazione sul territorio in varie città europee. «Il mio contributo potrebbe sembrare minimo, ma ho studiato come farsi sentire dai leader mondiali, conosco i dati relativi alle condizioni di povertà in alcune parti del mondo e penso che convincere anche una sola persona sia già una vittoria», racconta. Insieme agli altri attivisti di One, il giovane catanese ha da poco incontrato Bill Gates e il commissario allo Sviluppo europeo Neven Mimica per parlare del futuro del pianeta.

«Dal
1990 a oggi la percentuale della popolazione mondiale che vive in povertà estrema si è dimezzata e, se i capi di governo manterranno la promessa di destinare lo 0,7 per cento del reddito nazionale lordo agli aiuti allo sviluppo, entro il 2030 potremmo eliminarla del tutto», sostiene Daniele. E questo è uno dei nodi che ha discusso, insieme ai colleghi, con il fondatore dell’azienda informatica Microsoft e con Mimica. «Parlare con loro mi ha dato una carica che non immaginavo neanche di avere. Trovarmi davanti a questi uomini di potere, poterci discutere a quattr’occhi e vederli sinceramente interessati alle problematiche sollevate mi ha spronato a continuare su questa strada», si entusiasma Daniele. 

Che dei grandi ideali intende farne un mestiere. «Mi piacerebbe lavorare al
Parlamento europeo per poter incidere positivamente sulle politiche comunitarie che riguardano l’Unione europea e gli altri Paesi del mondo, specialmente l’Africa», afferma. Ad accrescere la sua convinzione è la consapevolezza che «solo impegnandoci tutti insieme si può dare una sterzata alla situazione attuale», racconta. Daniele ci sta provando, con la certezza che «non bisogna essere per forza giovani – conclude – per poter credere nel raggiungimento di obiettivi difficili». 


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