Due settimane di fuoco e anche la prossima non sarà da meno. La protesta degli agricoltori e degli allevatori non accenna a fermarsi, anzi, dilaga in Sicilia. Da Ragusa a Palermo, da Agrigento alle Madonie, trattori in marcia sulle strade, striscioni, lunghe processioni di mezzi pesanti e questo, garantiscono, è solo l’inizio. «Siamo allo stremo […]
Dalle campagne alle strade, la protesta degli agricoltori: «Siamo allo stremo, non possiamo fermarci»
Due settimane di fuoco e anche la prossima non sarà da meno. La protesta degli agricoltori e degli allevatori non accenna a fermarsi, anzi, dilaga in Sicilia. Da Ragusa a Palermo, da Agrigento alle Madonie, trattori in marcia sulle strade, striscioni, lunghe processioni di mezzi pesanti e questo, garantiscono, è solo l’inizio. «Siamo allo stremo – dice a MeridioNews Antonio Vallone, agricoltore madonita – Già lo scorso anno è stato molto pesante per i nostri raccolti e questo sarà pure peggio. Fino a gennaio non ha piovuto e per chi coltiva grano è stato un problema grandissimo. I semi non hanno avuto modo di penetrare nel terreno e attecchire, molti sono rimasti in superficie e al resto ci hanno pensato gli uccelli. E i costi di produzione non fanno che aumentare, il carburante, l’energia elettrica. E alla fine i prezzi salgono, ma solo per i consumatori, a noi continuano a pagare i nostri prodotti sempre troppo poco. Finiremo tutti col cambiare lavoro, abbandonare le campagne e i terreni».
Sulle Madonie quella appena trascorsa è stata la settimana dell’agitazione, le strade sono state percorse da circa 500 trattori. Lo stesso è successo sulla Palermo-Sciacca e in parte della Sicilia orientale. Ma è un corridoio che dalla Sicilia arriva idealmente fino a Bruxelles, con proteste che stanno nascendo in tutta Europa. Al centro delle recriminazioni di agricoltori e allevatori le politiche comunitarie, come quella che prevede l’obbligo di tenere a riposo il quattro per cento dei terreni come condizione per poter accedere ai contributi europei, i costi del carburante e il prezzi al produttore. Una protesta unica ma non unitaria, visto che tante sono le anime e i rischi di inquinamento politico della marcia. Se in Sicilia si è fatto avanti un sedicente Movimento dei trattori, che ricalca nelle dinamiche e anche in certi personaggi di punta, quello dei forconi, anche in Italia spuntano diversi “leader”, puntualmente disconosciuti.
«A noi della politica interessa poco – dicono gli agricoltori madoniti – Ascoltiamo tutti e vogliamo essere ascoltati, non strumentalizzati». Intanto per la grande manifestazione organizzata a Palermo nel giorno di san Valentino è già corsa ai piazzamenti in prima fila. A partire da Cateno De Luca, che ha annunciato la propria presenza in piazza per il 14 febbraio e lo stesso ha fatto il deputato regionale della Lega Vincenzo Figuccia, mentre le opposizioni a palazzo dei Normanni hanno chiesto al presidente della Regione Renato Schifani di convocare un tavolo tecnico insieme all’assessore all’Agricoltura Luca Sammartino e di avviare un dibattito d’Aula per ragionare anche sulle politiche regionali che riguardano il comparto. Mentre domani si insedierà l’unità di crisi per l’agricoltura voluta dallo stesso presidente Schifani.