Dopo il clamoroso no del tribunale di sorveglienza di roma che lo scorso dicembre gli ha negato i servizi sociali, per l'ex presidente della regione, salvatore cuffaro, arriva ancora un altro diniego. Questa volta riguarda la richiesta di riduzione della condanna sulla quale è stata chiamata a decidere la corte di cassazione che ha rigettato il ricorso dei legali dell'ex governatore.
Dalla Cassazione un secco ‘no’ allo sconto di pena per Cuffaro
Dopo il clamoroso no del Tribunale di sorveglienza di Roma che lo scorso dicembre gli ha negato i servizi sociali, per l’ex Presidente della Regione, Salvatore Cuffaro, arriva ancora un altro diniego. Questa volta riguarda la richiesta di riduzione della condanna sulla quale è stata chiamata a decidere la Corte di Cassazione che ha rigettato il ricorso dei legali dell’ex governatore.
Secondo i giudici, Cuffaro- dice la Cassazione nella sentenza 35464 della Prima sezione penale depositata oggi – non ha diritto di chiedere la “correzione” della pena inflittagli “perché l’aumento di pena deciso in appello e confermato dalla Suprema Corte non ha ecceduto i limiti previsti dalle norme ed anzi e’ ben inferiore al massimo consentito”.
Con il ricorso alla Suprema Corte, l’avvocato Antonino Mormino ha sostenuto che l’aumento di pena di due anni inflitto a Cuffaro in secondo grado (che aveva portato da cinque a sette anni la reclusione) era “eccedente”.
Come si ricorderà, su ricorso della Procura, la condanna per l’ex governatore si era appesantita a seguito del riconoscimento dell’aggravante mafiosa (avrebbe aiutato l’imprenditore della sanita’ Michele Aiello e il boss Giuseppe Guttadauro a sottrarsi alle indagini della Procura di Palermo).
L’avvocato Mormino ha contestato gli aumenti ma i supremi giudici hanno bocciato “tutte” le sue “prospettazioni”.