Dal Foro Italico all’Uditore, «un massacro di alberi» Marino replica ai cittadini: «Priorità alla sicurezza»

«Ci domandiamo se è in corso una reale, virtuosa azione amministrativa nei confronti del verde urbano oppure una superficiale e poco competente azione propagandistica ai fini elettorali e ai danni della cittadinanza». Nessun giro di parole sul post apparso sabato nella pagina Facebook del Comitato per il bene collettivo, un libero coordinamento apartitico di cittadini volto a sensibilizzare, vigilare e proporre alternative sui beni pubblici della città. Cuore della polemica è quello che è stato più volte definito «massacro di alberi», cioè il taglio apparentemente selvaggio di arbusti di grandi dimensioni in varie zone della città. L’ultimo, in ordine di tempo, è quello avvenuto in zona Foro Italico, uno dei tanti casi. A precederlo quello in zona Uditore, nella via adiacente al parco: «Qualche settimana fa hanno forato tutti gli alberi, si presuppone che la motivazione fosse che le radici potevano sollevare i marciapiedi – racconta l’architetto Fabio Alfano del Comitato cittadino – è vero che c’erano dei marciapiedi sollevati ma la cosa strana è che hanno lasciato le radici sotto, quindi il problema non l’hanno risolto».

Ma se il punto è la sicurezza dei pedoni, secondo l’architetto Alfano anche «gli espianti e i trapianti di nuovi arbusti hanno piuttosto contribuito a peggiorare la situazione», con marciapiedi che restano pericolosamente divelti, anziché essere sistemati. Secondo l’esperto, inoltre, l’amministrazione non avrebbe neppure messo a punto tutta una serie di tecniche che, in tal senso, si utilizzano già in altre città, come l’allargamento dei cercini e il taglio delle radici. «Insomma – dice – prima di abbattere un albero enorme si utilizzano dei mezzi alternativi. La sicurezza del pedone è sacrosanta, però anche l’albero è sacrosanto, quindi bisogna mettere a punto tutti i meccanismi giusti». Alle preoccupazioni, si aggiungono anche delusione e sconforto: i cittadini sono tagliati fuori da ogni decisione sulla questione. «È una prassi ormai consolidata di questa amministrazione, che non attua mai processi di consultazione, di partecipazione e di coinvolgimento dei cittadini, e soprattutto delle professionalità – continua l’architetto – Chi decide effettivamente se tagliare o salvare con ogni mezzo un albero?», si domanda.

Un processo sistematico, secondo l’esperto del Comitato, che si sta attuando in molte zone della città, all’insegna della «non competenza e non qualità». Un altro caso è anche quello dei nuovi alberi piantati nella rotonda di via Leonardo da Vinci: «Li hanno messi almeno due o tre volte, ma siccome non li innaffiano, seccano continuamente, e questa è una spesa che grava sulle tasche dei cittadini», ribadisce Alfano, sempre più convinto che tutto venga fatto per «pura apparenza, non c’è qualcosa fatto davvero per il bene della città, ma solo per poter dichiarare sui giornali che sono stati piantati nuovi alberi, in modo da rispondere alle polemiche che ci sono state già in precedenza per i tagli di verde dovuti alle linee del tram». La storia sembra ripetersi anche in via Brigata Verona, costeggiata da alberi secchi. Alle lamentele e agli appelli dei cittadini, però, sono seguite risposte che non hanno di fatto chiarito pienamente la situazione: «Il problema viene continuamente negato da parte dell’amministrazione attuale – precisa ancora l’architetto – Ormai sono cinque anni che sbattiamo contro muri di gomma. Non esiste alcuna interlocuzione con un’amministrazione che adesso si trova in piena campagna elettorale e, dopo anni di mancanze, sembra che voglia rimediare in fretta e furia, ma senza nessuna competenza, sempre e solo per dimostrare che si è fatto qualcosa».

Prova a fugare ogni dubbio sui reali motivi dei tagli l’assessore al Verde Sergio Marino: «Abbiamo fatto delle analisi specialistiche, come il Pta, che consente di capire se l’albero è in condizioni statiche tali da non creare problemi di sicurezza ai cittadini e ai passanti». Analisi dalla quale sarebbe emerso che alcuni alberi erano effettivamente in condizioni precarie, «per cui delle due, l’una», spiega Marino, che prosegue: «O impedivamo il passaggio sotto gli alberi, per evitare che potesse succedere qualcosa di grave o addirittura che qualcuno morisse, oppure optavamo per il taglio. La vita delle persone ha la priorirà, quindi a malincuore abbiamo dovuto tagliare quelli che sono tuttavia pochi alberi, rispetto all’enorme quantità che c’è a Palermo». A fronte di questo, l’assessore sottolinea che nelle ultime due settimane sono comunque stati piantati circa 200 nuovi arbusti e a chi ne mette in dubbio la quantità non esita a rispondere: «A chi insinua che le cifre dichiarate non corrispondano agli alberi piantati dico di portarmi delle prove e in tal caso bacchetterò l’ufficio che ha fornito questi numeri».

Non si sottrae neppure alla polemica relativa al nuovo che sarebbe, secondo qualcuno, poco curato e già secco: «Sono gli alberi di piazza Einstein, che abbiamo recentemente sostituito perché probabilmente quando sono stati piantati non è stato verificato a pieno, non a cura nostra ma dell’impresa che sta facendo i lavori del tram come misura di compensazione, il substrato in cui venivano di fatto piantati – precisa – Ora li abbiamo sostituiti con delle specie più idonee che sicuramente non manifesteranno lo stesso problema». Ma a questo punto è l’assessore ad avere una domanda, che rivolge direttamente ai cittadini: «Io vorrei rilanciare l’appello: ai comitati cittadini chiedo cosa ne pensano degli alberi in via Mongitore tutti tagliati: perché non denunciano anche le cose buone che noi facciamo ma che poi vengono distrutte da inconcepibili atti di vandalismo?».


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